VIA DEL FUSARO

MILANO, ITALIA
L’intervento di progetto riguarda la riqualificazione del lotto esistente tramite un intervento di sostituzione edilizia che migliora la qualità architettonica del fronte pubblico su via del Fusaro e consente la riqualificazione dello spazio privato interno. Proprio il rapporto che si instaura tra parti edificate e progetto del verde all’interno del lotto risulta significativo anche per la riqualificazione urbana dell’isolato.
Vengono realizzati due edifici residenziali pluripiano giustapposti ed affacciati al proprio giardino condominiale.
Quello maggiore (sette piani) mantiene la continuità del fronte sulla via pubblica appoggiandosi al fronte cieco dell’edificio adiacente di cui riprende l’altezza del cornicione e del colmo.
Nella parte di fondo dell’area di proprietà viene invece realizzata una villa monofamiliare autonoma su quattro livelli in aderenza ai fronti ciechi limitrofi che regolarizza così l’interno del lotto. Partendo dalla loro diversità tipologica e morfologica gli edifici sono stati disegnati con una architettura di relazione ed una sostanziale unità materica e di linguaggio, proponendo variazioni possibili in relazione all’impaginato delle facciate in modo da caratterizzare la prospettiva urbana ed interna nel suo complesso.
La teoria dei loggiati, dei pieni e dei vuoti modella così un’architettura che si caratterizza con continuità sul fronte pubblico ed internamente al lotto con una ricercata “frammentazione” e riconoscibilità per parti autonome, rimanendo rigorosa nella composizione dei prospetti e prendendo a riferimento il razionalismo borghese milanese.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2023-
LUOGO: Milano
TIPOLOGIA: Residenziale
CLIENTE: Fusaro 8 s.r.l
COLLABORATORI: Luca Lazzari, Giulia Spezia

SANTA MARTA - ZECCA VECCHIA

MILANO, ITALIA
I due lotti d’intervento fanno parte del quartiere de “Le cinque vie”, uno dei siti più antichi della città, in cui gli edifici nei secoli si sono trasformati con successive stratificazioni dando vita ad un contesto in cui coesistono edifici storici ed inserimenti moderni dovuti alle ricostruzioni postbelliche.
Il progetto prevede la ricostruzione degli edifici ai due angoli opposti di via del Bollo, quello di via Zecca Vecchia 2 si affaccia in posizione privilegiata su piazza San Sepolcro mentre il lotto di via Santa Marta 1 rappresenta uno dei vertici de “Le Cinque Vie”.
Gli edifici hanno uso prevalentemente residenziale con zona commerciale al piano terra e con una distribuzione interna degli spazi con appartamenti di varia tipologia ai piani superiori.
Per quanto riguarda gli esterni viene adeguato l’involucro allo stato reale dei luoghi e valorizzata l’architettura delle facciate che prospettano sulla pubblica via. Viene mantenuto in generale l’ordine e la partitura tipica dei pieni e vuoti con alcune variazioni possibili in modo da testimoniare la contemporaneità dell’edificio.
L’adeguamento delle finestre alla tipologia e la realizzazione di scuri ad anta alloggiati in leggeri sguinci caratterizzano i fronti mantenendo la tradizionale partizione verticale: basamento, facciata, cornicione e copertura.
Nel progetto è previsto l’utilizzo di materiali della tradizione milanese con colori pacati e toni neutri. La copertura è realizzata a falde rivestite in laterizio con manto in listelli di cotto.
Si è voluto così testimoniare una tensione tra contemporaneo e tradizione ed una sorta di gioco di rimandi con variazioni possibili proponendo, come nelle architetture di Caccia Dominioni e Magistretti presenti in zona, un’alternanza tra intonaci e parti lapidee nelle tonalità chiare con serramenti a tutt’altezza che sottolineano la spazialità interna affacciandosi sullo spazio pubblico propria dell’evoluzione del centro storico.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2022-
LUOGO: Milano
TIPOLOGIA: Residenziale
CLIENTE: CREAMI SRL
COLLABORATORI: Luca Lazzari, Giulia Spezia

TITO LIVIO

MILANO, ITALIA
Inserito in un contesto urbano compatto a cortina, l’intervento riguarda la completa ristrutturazione di un edificio esistente, originariamente edificato negli anni ‘50 ad uso produttivo e uffici, realizzando un edificio residenziale con giardino.
Viene complessivamente migliorata la qualità architettonica dei fronti con particolare attenzione a quello pubblico sulla via Tito Livio oltre alla riqualificazione totale dello spazio privato interno all’isolato.
La nuova facciata, adeguata all’uso residenziale, viene proposta con un linguaggio architettonico che si lega al contesto ed ai valori del razionalismo milanese mantenendo la scala della cortina urbana. In generale viene proposta un’architettura nuova che si avvale anche di una maggiore sinergia con il progetto del verde.
La ristrutturazione mantiene le strutture ed orizzontamenti dell’edificio principale esistente senza modificare la sua altezza; conserva quindi la continuità del fronte sulla via Tito Livio e propone una sensibile riqualificazione della porzione interna del lotto di proprietà mediante la demolizione degli annessi corpi bassi e la realizzazione di giardini privati caratterizzati dal verde. La sagoma dell’edificio viene parzialmente modificata aggiungendo delle logge e balconi in continuità alle solette esistenti ed allargando parte del corpo di fabbrica verso l’interno del lotto di proprietà.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2023-
LUOGO: Milano
TIPOLOGIA: Residenziale
CLIENTE: Glenal s.r.l.
COLLABORATORI: Luca Lazzari, Giulia Spezia

CAPO MALFATANO MASTERPLAN

TEULADA, SARDEGNA
Il nuovo masterplan per il complesso turistico alberghiero realizzato da S.I.T.A.S. nel comune di Teulada è inserito nel contesto ambientale protetto di Capo Malfatano situato all’esterna punta occidentale della Sardegna a 50 km da Cagliari. Un ambiente quasi totalmente naturale e di selvaggia bellezza la cui costa è segnata da insenature, promontori, golfi e porti naturali che proteggono dai venti dominanti le piccole spiagge di sabbia bianca che punteggiano il litorale ed in cui l’orografia territoriale è altrettanto varia con colline alternate da zone pianeggianti segnate da corsi d’acqua: le prime sono degli eccezionali punti di vista, le seconde dei corridoi prospettici che si aprono verso il mare.
In questo ambito, in cui macchia mediterranea e campagna rurale sono i caratteri preminenti, l’intervento alberghiero e residenziale S.I.T.A.S. è realizzato nel rispetto dei vincoli del Piano Urbanistico Comunale di Teulada e del Piano Paesaggistico Regionale realizzando le zone edificate nel rispetto della fascia protetta dei 300 mt. e 500 mt. dal mare e mitigandole con zone a verde di servizio integrate a quello naturale.
Il piano è composto da vari comparti serviti dalla Strada Provinciale litoranea Cagliari-Teulada ed ai fini della valorizzazione del paesaggio esistente propone tipologie d’insediamento a basso impatto visivo rifacendosi ai riferimenti tipologici locali storicizzati presenti sul territorio e puntando su un architettura sostenibile, di alto pregio ma non in contrapposizione con la natura.
Dal punto di vista architettonico il riferimento preminente è il furriadroxiu e comunque gli esempi degli edifici colonici del paesaggio agrario: tipologie d’insediamento storiche del territorio di Teulada più o meno complesse in cui anche gli spazi aperti dei frutteti e degli orti fanno parte del sistema aggregativo. In questi esempi prevale l’articolazione costitutiva a corte aperta o a villaggio perseguendo sempre l’integrazione tra paesaggio naturale e paesaggio costruito. Gli edifici progettati si sviluppano al massimo su due livelli comunque adeguandosi e seguendo le curve di livello del terreno. L’intervento è diviso in vari comparti con destinazione alberghiera, residenza privata e servizi; sono inoltre previsti nuovi comparti di ampliamento. Forme e materiali sono ripresi dalla tradizione e rimodellati in una modernità fondata nel tempo con eleganza e linearità minimale e non escludono elementi di grande eccezionalità esprimendo un significato nuovo per luoghi antichi.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2008
LUOGO: Teulada, Sardegna
TIPOLOGIA: Master planning
CLIENTE: S.I.T.A.S. S.R.L.
COLLABORATORE: studio Sergi

TEATRO CAMOGLI

CAMOGLI, ITALIA
Il progetto del Teatro Comunale di Camogli è improntato al recupero filologico dell’edificio sia per quanto riguarda l’architettura che l’ambito materico; le poche introduzioni di elementi nuovi sono state comunque realizzate usando i materiali della tradizione locale. Interventi perciò mirati ed adeguati ad un edificio che, pur essendo d’importanza storica, ha delle caratteristiche architettoniche semplici e misurate al suo contesto. Non sono stati proposti pertanto stravolgimenti tipologici ma piuttosto interventi mirati e localizzati in grado di migliorare gli elementi esistenti.
Anche dal punto di vista estetico l’intervento è improntato al massimo rigore e ad un minimalismo formale adeguato al contesto del Teatro. L’edificio è sostanzialmente un unico volume suddiviso in tre parti: area foyer, cavea e palcoscenico.
L’architettura della cavea teatrale conserva l’apparato decorativo originale lavorato in tinte chiare tono su tono con lievi dorature mentre il pavimento è stato realizzato in legno nobile. Le poltrone e le lampade invece sono state ammodernate ma con stile sobrio per non prevaricare gli elementi storici della sala.
Gli interventi sulla facciata sono tutti improntati al restauro dell’esistente. Solo sul fronte posteriore del volume scenico vengono fatti alcuni interventi minimali per regolarizzare le poche aperture e dar forma alla passerella esterna del piano tecnico del sotto-graticcia. La copertura è stata conservata nella sua forma originale e sono stati realizzati degli abbaini, ordinati simmetricamente rispetto le falde del tetto, per consentire la corretta aerazione ed illuminazione dei locali sottostanti.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
Anno: 2006-2016
Luogo: Camogli, Italia
Cliente: FONDAZIONE TEATRO SOCIALE DI CAMOGLI
Collaboratori: Studio Berlucchi
Progetto acustico: Jurgen Reinhold, Mueller bbm
Fotografie: Leo Torri

PIAZZETTA PATTARI 2

MILANO, ITALIA
L’intervento prevede la riqualificazione funzionale a carattere ricettivo dell’immobile esistente a destinazione terziaria di proprietà della società Reale Immobili S.p.A. oltre al suo collegamento con l’esistente ed attigua struttura ricettiva dello Starhotels Rosa Grand di Piazza Fontana futuro gestore unitario del complesso alberghiero.
L’architettura dell’edificio è caratterizzata da un linguaggio moderno razionalista definito da materiali omogenei (rivestimenti lapidei e mattoni para-mano, intonaco, serramenti in metallo o legno verniciato, copertine e davanzali in pietra Ceppo, parapetti in ferro verniciato) in cui il colore prevalente è il grigio tenue della pietra ed il rosa dei mattoni para-mano ai piani alti arretrati rispetto la facciata.
Il progetto prevede ai vari piani la realizzazione di nuove camere d’albergo, un ampliamento destinato a suite al 5° piano con collegamento al 6° piano oltre al rifacimento della copertura piana ed all’unione al limitrofo albergo Starhotels.
Interventi interni
Il collegamento dei vari livelli avviene tramite un nuovo ascensore posto nel contiguo edificio di proprietà Starhotels i cui spazi d’accoglienza al piano terra fungono da accesso principale per gli ospiti con i propri servizi di reception. Verso piazzetta Pattari sono invece organizzati gli ingressi di servizio e le uscite di sicurezza mantenendo più o meno le attuali caratteristiche. Dal primo piano al quarto piano sono state disegnate le nuove camere con varia conformazione (camere doppie, mini-suite e suite) anche aggregabili tra loro e che affacciano principalmente su via Pattari; le camere sono distribuite da un corridoio centrale servito dai corpi scala ed i locali di servizio. Ogni livello è dotato mediamente di cinque grandi suite e quattro camere doppie, due delle quali possono essere unite alle suite centrali formando così dei mini-appartamenti. In tutto sono state previste 40 nuove camere per gli ospiti. Le disposizioni tipologiche studiate garantiscono una grande flessibilità e duttilità; in particolare l’ampliamento al quinto piano è organizzato realizzando tre suite, una prospettante su piazzetta Pattari e due su via Pattari, ognuna dotata di proprio terrazzo protetto alla vista grazie agli arretramenti dalle facciate. Ogni suite è organizzata con un grande soggiorno, una camera da letto con ampie zone bagno ed un angolo cottura di servizio. Il quinto piano può essere anche collegato al piano sesto tramite una nuova scala libera, caratterizzata architettonicamente, in modo da unire eventualmente le lobby di piano e due suite formando così una grande “penthouse” su due livelli. La realizzazione della nuova scala autonoma di collegamento tra 5° e 6° piano prevede la relativa demolizione e chiusura di quella esistente consentendo al 6°piano di ampliare la zona soggiorno realizzando anche un nuovo ascensore di collegamento di questi 2 livelli.

Interventi esterni
Il prospetto principale su via Pattari sarà oggetto di una serie di interventi di recupero materico e pulitura dei rivestimenti lapidei. In generale verrà realizzata una semplice ripulitura delle parti lapidee esistenti con la sostituzione di tutti i serramenti mantenendo inalterata la composizione dei pieni e dei vuoti della facciata. La chiusura invece del nuovo volume al quinto livello, costruito con struttura leggera in acciaio ed arretrato rispetto la facciata esistente, sarà realizzata mediante ampie vetrate continue in modo da rendere visivamente più leggero l’ampliamento, valorizzando nel contempo le vedute esterne verso il Duomo. I lastrici esterni saranno ingentiliti dal verde essendo praticabili come terrazzi a servizio delle suite.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
Anno: 2017-2020
Luogo: Milano
Tipologia: Ristrutturazione ed ampliamento
Cliente: Reale Immobili S.p.a.
Collaboratori: Marco Gualandris, Gabriella Crirì

MARGUTTA 19

ROMA, ITALIA
Realizzato in un’antica palazzina con giardino privato nel cuore del centro storico di Roma, questo piccolo elegante hotel ai piedi del Pincio è il teatro di un progetto di radicale ristrutturazione degli interni che interpreta le atmosfere classiche della capitale nel quartiere degli stranieri. La struttura ricettiva è composta da un edificio di quattro piani suddivisi in suite di lusso con un piano terra ad uso pubblico collegato al proprio giardino che si estende su un terreno scosceso e termina con un villino dal tetto a terrazza.
Essendo l’edificio totalmente vincolato il progetto è stato sviluppato con piccoli cambiamenti interni finalizzati al miglioramento della tipologia delle camere esistenti ed intervenendo decisamente con il nuovo interior design.
Viene così promossa un’idea di modernità classica per ambienti legati da una base fatta da superfici vellutate (tendenzialmente intonaci materici) a cui sono abbinati rivestimenti lignei e dorati che trovano equilibrio nei colori delle pareti lavorate tono su tono (dai bianchi ai grigi) e dalle tonalità calde e morbide.
Gli spazi pubblici dell’albergo, segnati da elementi importanti come il bancone della reception e quello del lounge-bar, interpretano con classicità il moderno ed hanno pavimentazioni diverse: sono essenzialmente in seminato lungo i percorsi e gli spazi di accoglienza mentre diventano lignei a listoni di rovere negli ambienti di ristorazione e soggiorno. Ambientazioni classiche e materialità raffinate danno vita ad un radicale rinnovamento per un lussuoso e moderno albergo in continuità con un’atmosfera internazionale intrisa di romanità.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2018-2019
LUOGO: Roma
TIPOLOGIA: Ristrutturazione ed interior design albergo
CLIENTE: Cliente privato
CON: Studio Berlucchi
INTERIOR DESIGN CON:: Nicola Gallizia
COLLABORATORE: Gabriella Cricrì, Giulia Salvioni

MOUNT ROYAL VILLA 23

CANOUAN - SAINT VINCENT AND GRENADINE
Ubicata nella zona alta del promontorio prospicente Point De Jour Bay, la villa gode di uno scenario davvero privilegiato per apprezzare la natura di Canouan estendendo la vista a tutta la laguna e la barriera corallina. Ambiti aperti, muri in pietra naturale e volumi caratterizzati dal legno e il vetro, sono ordinati tra loro e sviluppati in sequenza rispetto l’asse longitudinale della villa a partire dal grande spazio living centrale che fa da fulcro alla composizione.
Ciascuna delle parti in cui si articola la villa segue una precisa gerarchia ed una veduta particolare essendo pensate per interagire con il paesaggio e con le ampie aree esterne circostanti. Ogni stanza quindi ha una propria autonomia ed adeguata riservatezza, mantenendo sempre la forte relazione con il panorama, evidenziate anche attraverso un ragionato gioco di sfalsamenti rispetto lo spazio principale.
L’architettura del complesso promuove un progressivo e totale coinvolgimento con la natura attraverso ambienti protetti da porticati dotati di ampie vetrate panoramiche a scomparsa e spazi di soggiorno all’esterno che rivolgono lo sguardo principalmente verso il mare con grande effetto scenografico.
Il giardino.
Dall’area parking, modellata e mitigata nella vegetazione, l’accesso alla proprietà avviene attraverso un giardino articolato in un percorso nel verde che assorbe gradualmente i dislivelli e conduce ad una corte aperta, vero spazio d’accoglienza, pavimentata in legno e segnata da una vasca con fontana, da pergolati e da una veranda d’ingresso alla villa. Questo grande spazio aperto e protetto filtra la natura in modo controllato e progressivo, prima attraverso la zona living centrale e negli ambienti ed anche abbracciando la terrazza panoramica. La terrazza principale, dotata di piscina rettangolare a sfioro (infinity-pool), si sviluppa di fronte al soggiorno e si fonde con l’orizzonte marino esaltando la vista panoramica; il sistema delle terrazze viene inoltre completato da un deck ligneo protetto da pergolati con spazi conviviali e di relax realizzato quasi come un belvedere immerso nel verde.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2016
LUOGO: Canouan – Saint Vincent e Grenadine
TIPOLOGIA: Villa
CLIENTE: Cliente privato
CON: Arch. Elena Borsa Architetti
COLLABORATORI: Valeria Matteri, Andrea Piatti, Sara Puglia, Giulio Ubini

BENETTON EX UNION HOTEL

PRISTINA, KOSOVO
L’ex Hotel Union, edificio storico quasi totalmente distrutto da un incendio nel 2009, oggi si misura come elemento isolato e con un nuovo carattere quasi monumentale dovuto alla trasformazione urbana creata dalla nuova piazza sul boulevard Madre Teresa. Nel suo recupero unitario a uso dei nuovi spazi commerciali Benetton convivono due anime: da un lato un’operazione di restauro delle facciate principali e falde storiche vincolate; dall’altro il disegno dei nuovi fronti sulla piazza tramite un misurato ampliamento e una nuova facciata lapidea, in calcare di Vratza, composta come un grande modello d’ordine architettonico che si raddoppia specchiandosi in una corte d’acqua.
L’ampliamento completa e unisce i volumi esistenti sottolineando la propria indipendenza attraverso degli stacchi vetrati in cui sono visibili gli spazi commerciali e il nucleo delle nuove scale mobili.
Queste alte vetrate segnano l’edificio a tutt’altezza e sono dei tagli di luce che dialogano in copertura con un nuovo volume di coronamento, anch’esso in vetro, dalle linee morbide e sinuose: una sorta di lanterna curvilinea che completa scenograficamente la prospettiva dalla piazza rimanendo nelle sagome del tetto in lastre di zinco.
A intervento concluso non esiste più un edificio con un fronte principale e un retro di risulta, ma un organismo architettonico complesso, attraversabile e adeguato al nuovo ordine di spazi liberi che lo circonda oltre che testimone di qualità del marchio.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2008-2013
LUOGO: Pristina – Kosovo
TIPOLOGIA: Spazi commerciali e uffici
CLIENTE: Benetton Real Estate International S.a.
COLLABORATORE: Francesca Romanò, Giulia Zambon

VIA SASSI 4

MILANO, ITALIA
Il progetto riguarda la proposta di complessiva riqualificazione edilizia dell’edificio esistente situato in via Sassi 4, Milano. L’immobile consiste in un volume semplice a pianta regolare che si adatta ai fabbricati limitrofi e prospetta con il fronte principale sul comparto interno del lotto di appartenenza caratterizzato dal verde.
Avendo fatto parte in origine di un complesso sanitario dell’ASL Milano, l’architettura dei fronti risulta semplice con partitura regolare dei pieni e dei vuoti e priva di decori.
Sebbene l’immobile in oggetto non prospetti direttamente sulla pubblica via, è limitrofo al chiostro nord del complesso monumentale di Santa Maria delle Grazie e si eleva con il lato minore sud per tre piani rispetto al tetto del chiostro.
Il progetto prevede la ristrutturazione generale dell’edificio nel rispetto del volume e della sua sagoma originale prevalente. Viene mantenuto l’uso residenziale dell’immobile proponendo una diversa distribuzione interna delle unità abitative, disegnando appartamenti di varia tipologia e realizzando una nuova scala con ascensore.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2018 – in progress
LOCATION: Milano
TIPOLOGIA: Complesso residenziale
CLIENTE: Sigiliz S.r.l.
COLLABORATORI: Francesca Romanò, Elena Codazzi

TORRE VIA RUGGERI

MILANO, ITALIA
Il progetto di riqualificazione del lotto è pensato attraverso la realizzazione di un complesso a destinazione residenziale libera composto da due edifici, un corpo in linea basso ed una torre, disposti ad impianto prevalentemente aperto ed immersi in un ampio giardino condominiale. Tramite gli allineamenti e le relazioni desunte dall’intorno vengono definite le posizioni precise dei due corpi di fabbrica ricercando un corretto rapporto con i recenti interventi edilizi limitrofi e delle stabili relazioni urbane con il contesto allargato.
Il comparto residenziale oltre agli appartamenti è dotato di spazi di uso comune, ed ha caratteristiche costruttive altamente performanti e di elevata sostenibilità ambientale. L’architettura dei fronti ha forme razionali e dotate di una certa dinamicità in funzione dell’orientamento, creando così un habitat privato protetto ma allo stesso tempo rivolto al contesto privilegiato circostante.
Edificio urbano basso ed edificio territoriale a torre sono legati tramite il disegno del giardino privato inteso come estensione del parco e rafforzano la gerarchia delle parti, in primo luogo prevedendo l’ingresso principale dal corpo lineare su via Ruggeri e disponendo la torre centralmente al lotto; il prospetto verso il parco nell’edificio a torre viene conformato tramite una progressiva salita di aperture e logge che modellano l’intera facciata.
Particolarità del progetto sono anche le facciate composte da loggiati piantumati alternati che dialogano con l’ambito verde.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
YEAR: 2021-2022
LUOGO: Milano
TIPOLOGIA: Complesso residenziale
CLIENTE: Beni reali
PROGETTO PAESAGGISTICO: Studio AG&P Milano
COLLABORATORI: Cecilia Bottoni, Francesca Da Pozzo, Simona De Capitani, Beatrice Ravicini Bressi

MOUNT ROYAL VILLA 24

CANOUAN - SAINT VINCENT E GRENADINE
Situata su una collina del promontorio che si affaccia su Point de Jour Bay, la villa ha una posizione estremamente privilegiata che gode della natura di Canouan con una vista che domina la baia e la barriera corallina. Spazi aperti, pareti in pietra naturale o in cemento grezzo, ed aree caratterizzate da legno e vetro si fondono ed articolano in sequenza lungo un passaggio coperto ed ombreggiato che funge da spina dorsale della villa ed al quale fa riferimento la gerarchia di tutti gli spazi. Un design lineare crea una variegata articolazione di spazi aperti e chiusi, tutti private e protetti, complementari e quasi avvolti nel verde.
La villa è organizzata in diversi volumi e occupa tutta la lunghezza della proprietà con più livelli collegati da bassi gradini che caratterizzano l’architettura degli spazi esterni. Ogni sezione della villa segue una precisa gerarchia ed ha una veduta particolare che interagisce con il paesaggio e con le ampie aree esterne circostanti. Ogni stanza, mantenendo sempre uno stretto rapporto con il panorama, è indipendente ed appropriatamente isolata ed è evidenziata da cambiamenti di livello razionalizzati per rispettare la zona principale della villa.
Il nucleo di servizio con cucina, lavanderia e una camera da letto è posizionato in modo indipendente nella parte interna della proprietà, separato dal corpo centrale della villa da un patio centrale. L’architettura del complesso promuove un coinvolgimento progressivo e totale con la natura attraverso spazi protetti da pergolati; ampie vetrate panoramiche e spazi all’aperto per lo più di fronte al mare, offrono un effetto altamente scenografico.
Giardino
Il livello superiore del giardino collega la strada d’accesso con l’ingresso principale; questa parte centrale è costituita da un ampio patio dove la vegetazione lussureggiante crea uno spazio all’aperto con una zona di sosta per rilassarsi all’ombra. Da qui è possibile accedere alla villa attraverso il soggiorno aperto, raggiungendo l’altro fronte orientato verso il paesaggio e la piscina a sfioro affacciata sul mare. L’intero complesso è circondato da cespugli per evidenziare questo paesaggio naturale. Alcuni tetti sono coperti con bassa vegetazione in modo quasi da collegare l’architettura con il resto del giardino. La privacy delle stanze è garantita da macchie dense di piante ornamentali che separano un lato del blocco dall’altro e da verdi arbusti verso la strada circostante. Una grande zona comune, situata in una posizione più bassa tra i due volumi principali della villa, è costituita da una piattaforma di legno con cucina ausiliaria, sala da pranzo, salotto panoramico e un rilassante solarium ombreggiato da pergolati. La varietà di alberi scelti per il giardino tiene conto dei venti alisei costanti dell’isola cercando di incorporare anche mature essenze native. In questo modo la vegetazione originale del contesto è rigenerata mentre il giardino mantiene una sua identità unica.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2016
LUOGO: Canouan – Saint Vincent e Grenadine
TIPOLOGIA: Villa
CLIENTE: Cliente privato
CON: Arch. Elena Borsa Architetti
COLLABORATORI: Valeria Matteri, Andrea Piatti, Sara Puglia, Giulio Ubini

CASCINAMERLATA EUROMILANO

MILANO, ITALIA
L’unità residenziale R8 gode di una posizione privilegiata all’interno del nuovo insediamento urbano di Cascina Merlata, la quale ha infatti la possibilità di confrontarsi in modo equamente rilevante sia con il “Boulevard”, sia con la “Piazza” centrale ed in particolare con le prospettive verso il Parco Urbano, caratterizzato da forme irregolari e smussate le quali diventano il fulcro originario del disegno degli spazi aperti. La teoria delle logge e dei terrazzi, che si affacciano con varietà su tutti i lati degli edifici, è rivolta al giardino interno al comparto ed esternamente al grande Parco, promuovendo un rapporto con il verde visivo e fruibile che diventa elemento qualificante dell’architettura.
Nasce quindi la possibilità di sviluppare il proprio spazio residenziale in un contesto urbano e paesaggistico innovativo in cui verde e vedute si integrano e moltiplicano quasi come un caleidoscopio, e nel quale l’acqua, già presente come una sorta di ossatura portante, diventa la vasca decorativa centrale. Obbiettivo è quindi valorizzare ulteriormente il rapporto dell’isolato dedicato all’edilizia libera, in particolare con il Parco pubblico, il quale deve bjsbd la massima fruizione delle proprie potenzialità nell’ambito degli spazi verdi privati e di quelli assertivi al pubblico.
Marchio di identità del cluster R08 è il Grande Arco Verde che dal Boulevard introduce all’interno dell’isolato, omaggio all’architettura urbana di Portaluppi che riprende e declina nel nuovo sistema paesaggistico. L’architettura è invece improntata ad una chiara definizione costruttiva riallacciandosi all’esperienza di maestri milanesi come Magistretti, Mangiarotti e Gardella, in cui il razionalismo si coniuga con l’eleganza nell’interpretare la residenza borghese. Il complesso residenziale è composto da due edifici in linea, uno lungo il Boulevard, uno lungo la Piazza, una Torre, e dei palazzi isolati. Sono previsti tre piani di parcheggi interrati che occupano tutto il lotto, i primi due a servizio del complesso R08, il terzo destinato ai richiesti posti auto in locazione a rotazione.
La proposta è basata sulla varietà morfologica degli edifici ed un’ampia flessibilità tipologica delle unità residenziali finalizzate a creare una pluralità di offerte abitative: ai piani terra dei due edifici in linea è infatti previsto l’insediamento di locali commerciali di vicinato prospettanti rispettivamente sul Boulevard e sulla Piazza, mentre all’angolo sud è organizzato un lounge-bar ristorante con vista anche sul Parco. Al piano terra dei Palazzi isolati sono organizzati degli spazi di relazione dedicati al co-working rivolti al verde pubblico, mentre i piani attici sono arretrati in copertura contornati da terrazzi piantumati panoramici. All’interno della Torre sono invece organizzati degli spazi comuni di pregio quali una spa con una piscina e uno spazio gioco bimbi che godono anche del proprio giardino privato separato, ma in continuità con il verde pubblico. Il nuovo complesso residenziale è pensato secondo i principi di sostenibilità ambientale e risparmio energetico, partendo dall’idea di sinergia tra edificio e servizi, tra architettura ed ingegneria, in un’ottica di integrazione a 360° non solo per garantire la piena fruibilità degli spazi, ma anche per ottimizzare energeticamente due mondi spesso trattati come assestanti. Particolari accorgimenti progettuali assicureranno inoltre il raggiungimento del target di edificio Green.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2022
LUOGO: Milano
TIPOLOGIA: Complesso residenziale
CLIENTE: Euromilano
PROGETTO PAESAGGISTICO: Studio Bortolotti
COLLABORATORI: Cecilia Bottoni, Francesca da Pozzo, Luca Lazzari
RENDER: Solum Studio

DOUBLE TREE BY HILTON HOTEL

MOGLIANO VENETO, ITALIA
Il progetto riguarda la corte semicircolare prospicente la sala ristorante dell’albergo delimitata da un passaggio coperto che porta all’interno della struttura e da un padiglione per banchetti esistente. Lo spazio è stato totalmente riqualificato disegnando un giardino attrezzato che ha un rapporto prevalente con il verde ed è composto da ambiti coperti, quasi delle isole, protetti da pergolati. Viene così data maggiore vivibilità e privacy agli spazi esterni del ristorante dividendoli tra loro con una ricercata schermatura vegetale.
Dal nuovo limite fiorito del padiglione banchetti che fa da sfondo alla corte, prende forma un arcipelago di spazi ordinato da un’isola centrale di servizio con un lounge-bar e contornata da padiglioni di soggiorno e sosta. Più defilata, è stata mantenuta un’area aperta organizzabile per ballo o attività libere. I pergolati, con struttura autonoma metallica, sono completamente aperti ai lati ed hanno una copertura piana ad ombracolo con frangisole a lamelle orientabili e tende. Le pavimentazioni degli ambiti di soggiorno sono in legno per esterni tipo Green-wood a formare una sorta di tappeto.
Il sistema del verde è principalmente composto da aiuole lineari con siepi di bosso che sostituiscono i vecchi tracciati in acciottolato mentre pareti/separazioni di verde verticale (risalente e ricadente) sono usate per schermare opportunamente un lato degli ambiti gazebo. A decoro dell’area libera sono posizionati vasi con piante singole oltre ad un fondale di verde verticale composto da lesene lignee. I percorsi sono stati in parte mantenuti in pietra mentre l’area per le attività libere è in pietra “Piasentina” con finitura fiammata.
L’illuminazione è stata studiata alternando faretti a parete e ad incasso con lampade a piantana per creare un ambiente soffuso ed avvolgente. Tutti gli arredi, compreso il bancone circolare del bar e le strutture dei pergolati sono riposizionabili.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2015
LUOGO: Mogliano Veneto
TIPOLOGIA: Riorganizzazione delle zone pubbliche
PROGETTO PAESAGGISTICO: Studio AG&P Milano
CLIENTE: Cliente privato
COLLABORATORE: Giulia Salvioni

VIA PRESOLANA 6

MILANO, ITALIA
L’intervento riguarda la costruzione di un nuovo edificio ad uso residenziale con caratteristiche di “struttura ricettiva non alberghiera”, un corpo unico composto da due volumi semplici intersecati ortogonalmente tra loro. Il principale completa la cortina edilizia di via Presolana e si sviluppa ad L riprendendo l’altezza dell’edificio limitrofo, il secondo si collega all’edificio arretrato rispetto la via e più alto di due livelli.
Il nuovo edificio ha tipologia semplice e modulare che si sviluppa in pianta ad L sovrapposta; è servito da due vani scala (uno corredato da ascensore) posti ai suoi estremi e da un nucleo di risalita baricentrico con doppio ascensore che collega i vari piani. I vari livelli sono organizzati tramite un corridoio laterale che distribuisce alle varie unità abitative. Il progetto prevede la costruzione di un livello interrato, che interessa quasi l’intera area di proprietà, essenzialmente ad uso garage (21 box e 11 posti auto).
L’architettura ha un linguaggio lineare e minimalista, segnata da marcapiani che avvolgono tutto l’edificio in modo da dare continuità senza eccessi soprattutto al fronte di via Presolana. I prospetti vengono comunque differenziati tra loro: più compatto quello sulla via pubblica e più aperti e leggeri quelli sugli spazi verdi privati. Particolare attenzione è stata data all’angolo su via Presolana che assume un aspetto quasi scultoreo. All’interno del lotto viene realizzato inoltre un giardino privato su cui affacciano le logge delle camere, positivo e gradevole anche per gli edifici dell’intorno, composto con aree pavimentate ed un’attenta qualità del verde.
Sono state previste in tutto 55 unità abitative di circa 30 mq; ciascuna unità è dotata di logge di circa 8-10 mq prospettanti verso gli spazi cortilizi o a giardino. Il corridoio distributivo assume quasi la valenza di una passeggiata architettonica e permette di caratterizzare opportunamente i fronti a cui si riferisce.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2017‐in progress
LUOGO: Milano
TIPOLOGIA: Complesso residenziale
CLIENTE: Presolana Sei S.r.l.
COLLABORATORI: Andrea Piatti, Giulia Zambon

VIA PASINETTI

MILANO, ITALIA
Intervento di sostituzione edilizia con cambiamento di destinazione d’uso da industriale/commerciale a residenziale e ampliamento.
Sono previsti due piani interrati per parcheggi e cantine serviti dai tre corpi scala con ascensore di cui l’edificio è dotato e da una rampa veicolare con accesso da via Pasinetti. Il piano terra oltre all’atrio è dotato di uno spazio commerciale e locali comuni asserviti ad uso esclusivo condominiale (sale condominiali, delivery, palestra) tutti realizzati in stretto rapporto con il giardino interno caratterizzato da aiuole piantumate intervallate da alberature e siepi a mitigazione del muro di confine.
Sempre al piano terra sono organizzati anche due appartamenti di cui il maggiore dotato di giardino privato. I primi tre piani sono prevalentemente organizzati con monolocali e bilocali a mono-affaccio che prospettano verso la via pubblica e tramite ampie logge verso il giardino. Alle estremità del corpo di fabbrica sono posti dei trilocali a doppio affaccio.
Dal piano quarto ai livelli superiori sono organizzati invece gli appartamenti di maggiore dimensione con varie tipologie abitative, tutti dotati di doppie logge che caratterizzano anche la composizione delle facciate. La copertura dell’edificio è realizzata a lastrico organizzato con terrazzi privati dotati di pergolati e di pertinenza dei quattro appartamenti del sesto piano.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2021 – in progress
LUOGO: Milan
TIPOLOGIA: Complesso Residenziale
CLIENTW: Pasinetti S.r.l.
COLLABORATORI: Cecilia Bottoni, Luca Lazzari

SANTA MARIA ALLA PORTA 9

MILANO, ITALIA
Il progetto riguarda gli edifici dell’antico palazzo a corte, in particolare quelli della porzione di lotto più interna avente il cortile di pertinenza e i relativi fabbricati che prospettano sia sugli scavi archeologici di via Brisa che sulla nuova piazza pubblica prevista ai piedi della quattrocentesca torre Gorani. Tale operazione comporta la trasformazione di quello che rimane dei muri delle vecchie scuderie del complesso, percepibili oggi come retro dell’edificato esistente, in un nuovo fronte scenografico dello spazio pubblico.
Il progetto propone la demolizione delle superfetazioni esistenti, liberando gli archi originari dai quali prende forma la ristrutturazione dell’immobile inglobando il cortiletto esistente. In pianta l’edificio è sviluppato su due livelli con un sistema di accessi autonomi adeguato ai negozi del piano terreno e alle superiori abitazioni.
L’integrazione dell’edificato è stata pensata ponendo particolare attenzione al trattamento della trama muraria in laterizio che identifica varie epoche e anche la nuova costruzione. La sistemazione dei prospetti sulla nuova piazza è stata estesa anche al piccolo fabbricato residenziale a pianta triangolare che completa la corte; di questo corpo semplicemente intonacato inoltre, sul fronte della nuova piazza, è stato previsto il recupero della fontana appartenente al giardino del perduto palazzo Gorani consentendone la localizzazione.
Gli interventi edilizi proposti necessariamente comportano il ridisegno delle facciate interessate sia interne al lotto che prospettanti sui luoghi pubblici, e in particolare il disegno del verde è elemento qualificante e complementare all’architettura ricostruita, dando nuovo senso alla qualità dell’inserimento.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2007
LUOGO: Milano
TIPOLOGIA: Complesso residenziale
CLIENTE: Società edilizia SMP
COLLABORATORI: Pietro Porro, Giovannino Casu, Paolo De Biase

STADSHAVEN

Hasselt – Limburg, Belgio
Pur facendo parte di un unico grande complesso, la volontà è quella di creare un luogo a misura d’uomo, in grado di rapportarsi con la scala urbana della città proponendo una composta varietà architettonica capace di confrontarsi, attraverso il rapporto dei materiali, dei colori e dei dettagli, con la modernità e il presente.
Il corpo di fabbrica, articolato essenzialmente in tre parti lungo il fronte stradale, ricuce l’isolato a contatto diretto con la città storica in prossimità del boulevard e prospetta sulla nuova via commerciale percorsa da una tramvia.
L’edificio è disegnato con un’architettura contemporanea che sottolinea il rapporto con la luminosità degli ambienti tramite ampie terrazze che segnano le masse; la definizione architettonica dell’angolo è il tema principale con cui viene caratterizzato il rapporto con la città e la vista panoramica sul porto-canale.
I materiali esterni tendono a valorizzare le masse e riprodurre una varietà architettonica urbana alternando parti centrali a mattone e pannellature in clinker color ruggine a parti lapidee più chiare e nobili concentrate in particolare nella parte curva e in quella terminale di maggior pregio. Il tutto è caratterizzato da una forte trasparenza data dalle grandi vetrate e dai parapetti delle logge, mentre le terrazze degli attici all’ultimo livello sono impreziosite dal verde contenuto in fioriere metalliche integrate ai parapetti.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2013-2018
LUOGO: Hasselt – Limburg – Belgio
TIPOLOGIA: Complesso residenziale
CLIENTE: Chataux Real Estate
CON: De Gregorio & Partners e Arch. Andrea Leonardi
COLLABORATORE: Simona De Capitani

COLLEZIONE PRESTIGE PIAZZA SANT'AMBROGIO 4

MILANO, ITALIA
L’immobile fa parte della cortina di palazzi tra via Carducci e Piazza Sant’Ambrogio ricostruita nel primo dopo guerra a seguito delle distruzioni dei bombardamenti del 1943. Una magnifica quinta urbana composta da edifici indipendenti in uno dei contesti maggiormente simbolici ed antichi del centro storico di Milano. L’intervento ha consentito, nel rispetto dell’edificio originale di Luigi Mattioni, la completa riqualificazione dell’immobile conferendo nuovo decoro non solo agli interni ed al sistema degli ingressi ma in particolare agli ultimi due livelli arretrati dell’edificio e complessivamente alla facciata pubblica.
L’edificio mantiene la sua destinazione iniziale residenziale ed è destinato ad appartamenti signorili con affaccio sulla piazza, con finiture di pregio, parzialmente o completamente arredati, dotati di spazi comuni esclusivi quale palestra e servizio di portineria evoluta. Il tema del verde decorativo, all’interno della riqualificazione dell’edificio, è complementare all’architettura e dona qualità e valore aggiunto al recupero dell’immobile in particolare degli ultimi due livelli e del lastrico di copertura da cui si gode in totale privacy un’esclusiva vista sulla città. L’edificio è dotato di due ingressi. L’ingresso principale da piazza S. Ambrogio 4 è stato separato fisicamente dall’attiguo passaggio carrabile tramite vetrate decorate e boiserie che ne ridisegnano la spazialità. L’ingresso di Galleria Borella 2 è stato ampliato e reso più luminoso; entrambi sono dotati di sistema di controllo e servizio gestito dalla portineria principale.
Il piano terra ed il rialzato sono stati riorganizzati ottimizzando i locali commerciali e ad ufficio inoltre sono stati previsti dei locali ad uso esclusivo come le hall e la sala fitness con spogliatoio. L’intervento ha richiesto un’attenzione altrettanto particolare per la Galleria Borella, spazio privato ma di passaggio pedonale pubblico, il cui progetto conservativo ha ridato splendore ad una galleria commerciale di buona frequenza e visibilità. Le due hall introducono a spazi architettonici il cui design reinterpreta lo stile dell’architettura milanese degli anni 50 grazie all’utilizzo di pietre, boiserie in legno, vetro e finiture dorate che valorizzano le grandi altezze interne. Dal punto di vista tipologico ai piani superiori sono stati studiati appartamenti con varie metrature e tagli dei locali; in generale il primo e secondo piano sono suddivisi con unità abitative di minore dimensione (bilocali e trilocali) preferendo i livelli più alti per realizzare appartamenti di maggiore dimensione ed a doppio affaccio con vista privilegiata su S. Ambrogio.
Sono state realizzate in tutto 21 unità residenziali tutte dotate di cantina e con la disponibilità di 21 box (14 dei quali nel vicino parcheggio di piazza Sant’Ambrogio) di cui 3 provvisti di colonnine per auto elettriche. L’ultimo piano, realizzato incrementando l’altezza utile interna da 2,40 a 2,70 metri, è stato organizzato con due prestigiosi appartamenti dotati di terrazzo lineare e collegati all’eccezionale lastrico superiore caratterizzato come giardino pensile con pergolati e vasche idromassaggio da cui si perde la vista sullo skyline di Milano.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2016-2019
LUOGO: Milano
TIPOLOGIA: Complesso residenziale
CLIENTE: Reale Immobili S.p.a.
COLLABORATORE: Gabriella Crirì

TEATRO DONIZZETTI

BERGAMO, ITALIA
L’intervento di restauro e recupero architettonico del teatro Donizetti nasce in primis da esigenze di adeguamento alle norme contemporanee per la sicurezza e prevenzione degli incendi; a tutt’oggi infatti l’edificio è privo dei requisiti di idoneità, in quanto mancano le necessarie compartimentazioni, gli impianti risultano obsoleti e gli arredi e i rivestimenti sono privi delle necessarie certificazioni.
A questo importante aspetto tecnico si somma il fatto che il volume stesso del teatro, ad eccezione della facciata monumentale, non risponde alla qualità di decoro del tessuto storico della “Città bassa” a causa delle varie parti di volta in volta aggiunte senza un intervento coordinato e soprattutto per la presenza del volume grezzo della torre scenica.
Accanto quindi all’intervento di messa a norma e di razionalizzazione delle funzioni del teatro è necessario prevedere un intervento architettonico globale in grado di dar nuova vita a questo importante edificio pubblico.
La ristrutturazione funzionale

Gli interventi primari di restauro riguarderanno naturalmente la sala teatrale, il sistema degli ingressi, foyer e dei collegamenti di tutti i piani destinati al pubblico; inoltre consistenti trasformazioni del piano interrato consentiranno il ridisegno delle zone dei servizi igienici del pubblico nel sottoplatea, la realizzazione di sale prova e spogliatoi per l’orchestra adiacenti alla fossa orchestra e l’adeguamento dei locali falegnameria, impianti e spogliatoi legati al sottopalcoscenico. Dal punto di vista delle funzioni il progetto prevede principalmente l’ampliamento del corpo camerini a contatto del palcoscenico verso Piazza Cavour e lo spostamento di tutti gli uffici nel corpo ovest (sia gli uffici del teatro, sia quelli della Fondazione Donizetti con sale di rappresentanza ed archivi). Verrà inoltre creata verso i giardini di Piazza Cavour la nuova biglietteria-book shop con il nuovo bar aperto verso i giardini e realizzate le nuove scale di sicurezza su ambo i lati del corpo storico. Nel corpo ovest, sul terrazzo superiore del Ridotto del Pizzigoni, verrà realizzato un padiglione vetrato utilizzabile come sala polivalente anche per banchetti ed eventi che consentirà di lasciare il più possibile liberi i saloni storici del primo piano. All’interno del teatro la nuova distribuzione delle funzioni definirà un sostanziale miglioramento tipologico e negli usi delle varie parti di servizio e per il pubblico anche se al momento non è prevista la realizzazione di una nuova macchina scenica del complesso.

Il rinnovamento delle facciate esterne

I prospetti laterali sono disegnati ricercando una coerenza formale tra i volumi attuali e le nuove addizioni in modo da rendere omogenea e contemporanea l’immagine architettonica del teatro rispettando le parti storiche e nel contempo, il più possibile, le aperture esistenti regolarizzandone la forma. L’immagine architettonica perciò corrisponderà a quella delle masse volumetriche semplici, rivestite nei corpi bassi con pietra grigia locale (ceppo o similare) a tagli a correre per il basamento e diversificate verticalmente nei piani superiori utilizzando elementi modulari opachi chiari (in materiale ricomposto gres tipo kerlite) nelle tonalità rosate simili all’esistente ed alternati in ragione delle aperture; di fatto l’ordine delle facciate viene ridisegnato includendo i nuovi corpi scala in modo da schermare le irregolarità delle rampe. In particolare viene ridisegnata la facciata verso la piazza Cavour segnalando la presenza della sala auditorium e delle sale prova oltre che l’ingresso della biglietteria e del nuovo bar e coinvolgendo con continuità anche il nuovo corpo dei camerini mediante un ordine regolare di serramenti e di “lesene” segnati solo dai marcapiani. Nella proposta progettuale il volume del corpo scenico verrà regolarizzato e rivestito con pannelli in fibrocemento colorato inglobando anche le falde inclinate esistenti tramite una copertura leggera esterna continua, impostata alla quota massima del lucernaio antifumo. Verrà così conferita all’interno del contesto urbano un immagine unica e semplice a tutta la torre segnata solo con dei tagli di luce tenue a filo parete. Lo spazio del nuovo padiglione-ristorante, realizzato sulla copertura piana del Ridotto, verrà proposto con leggerezza come una serra trasparente e luminosa che completa il terrazzo con il pergolato.

L’intervento di restauro

L’intervento progettato prevede il restauro e la conservazione di tutte le parti monumentali dell’edificio, concentrandosi in particolare sulla sala teatrale e sul foyer di ingresso e tralasciando le facciate monumentali storiche, oggetto di un recente intervento di restauro. La sala teatrale dovrà essere messa a norma dal punto di vista della sicurezza antincendio. Si prevede pertanto il completo ripristino degli arredi, comprese tutte le sedute fisse della sala e mobili dei palchi, attualmente di svariate tipologie. Saranno inoltre sostituite tutte le tappezzerie dei palchi, le moquettes, i tendaggi e le passamanerie. I pavimenti lignei dovranno essere trattatati con appositi impregnanti per raggiungere la classe richiesta di reazione al fuoco. I prospetti dei palchi sulla sala saranno oggetto di un intervento minimo di pulitura, come pure il soffittone decorato, mentre verrà eseguita una revisione con messa a norma di tutti i corpi illuminanti presenti, compreso il lampadario centrale, conservando e adeguando quelli storici e sostituendo quelli più recenti. Analogamente il foyer di ingresso sarà oggetto di un intervento di restauro conservativo.

L’impiantistica

Nell’ambito del progetto di riqualificazione del teatro è previsto il rifacimento di tutta l’impiantistica elettrica e meccanica, con un intervento di inserimento delicato per quanto riguarda il volume storico.
CLIMATIZZAZIONE: si prevede l’installazione di pompe di calore per il caldo e il freddo, che verrà distribuito attraverso canalizzazioni quanto più capillari possibili. Con le medesime pompe verrà riscaldata l’acqua calda sanitaria, recuperando il calore di dissipazione delle macchine frigorifere nella stagione estiva.
ANTINCENDIO: L’intero spazio di intervento verrà dotato di reti di spegnimento incendi ad acqua, mediante l’installazione di un gruppo di pressurizzazione ed una vasca di accumulo idrico.
ILLUMINAZIONE FM E SPECIALI: verrà ristudiata inserendo corpi illuminanti a basso consumo di energia e restaurando i corpi illuminanti storici (ad es. il lampadario centrale).
SUPERVISIONE: verrà realizzato un sofisticato sistema di supervisione remota di tutta l’impiantistica, in modo da poter controllare con maggiore sicurezza ed efficacia gli ambienti.
FONTI RINNOVABILI: ove possibile si valuterà l’installazione di solare termico per la produzione di acqua calda sanitaria e di fotovoltaico per la produzione di energia elettrica. L’utilizzo di pompe di calore ad alto rendimento con sistemi di recupero dell’energia termica costituisce comunque una fonte rinnovabile ed un ottimo contributo alla minimizzazione della CO2 emessa in ambiente esterno.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2006-2020
LUOGO: Bergamo
TIPOLOGIA: Restauro e ampliamento spazi teatrali
CON: Studio Berlucchi
COLLABORATORI: Elisa Codenotti, Maurizio Fagiuoli

VIABILITA' EXPO

MILANO, ITALIA
Il sistema viabilistico pur essendo costituito da parti in galleria, parti in terrapieno e parti in viadotto è stato concepito come un gesto architettonico unitario continuo e sinuoso che si misura paesaggisticamente e costruttivamente con le forme del territorio lombardo oltre che con le specificità dell’immediato contesto. Esso si ispira alla morfologia tortuosa delle sue vie d’acqua, allo skyline delle montagne che cingono la regione ed anche più astrattamente al leggendario emblema del capoluogo lombardo.
Ne deriva così una forma dinamica, quasi animale, che nasce dalla terra, lambisce le acque che delimitano l’Expo, scavalca ritmicamente i grandi assi di traffico con la capacità di generare, limitando i suoi punti di appoggio a terra, relazioni positive tra le parti e che si propone come primo obiettivo di ricucire o per lo meno dare ordine ad un paesaggio urbano difficile ma nel contempo ricco di diversità e potenzialità. La proposta qualificante di questo progetto è la realizzazione di un manufatto moderno ed evocativo del dinamismo di questa città-regione protesa da sempre, anche oltre Expo-2015, al palcoscenico internazionale. Le forme dell’infrastruttura proposta perciò oltre a costituire architettonicamente la nuova porta Nord Ovest di Milano propongono una visione territoriale che del rapporto paesaggistico fa il suo plus valore.
Il ponte è pensato come un atto costruttivo unico con una valenza decisamente territoriale, mentre la parte di viadotto riferita al fronte di Expo ne assume il valore eccezionale e viene proposta quasi trascendendo in un allestimento permanente di land-art. Tralasciando gli scavalcamenti delle autostrade, le tre campate centrali del tratto stradale corrispondenti al fronte est dell’area espositiva sono in rapporto diretto con le sue infrastrutture d’acqua, con l’ambito dedicato alle biodiversità (Serre e Collina) e naturalmente con le strutture legate all’ingresso nord-est. E’ per questa ragione che nella composizione della sequenza degli archi è stato scelto di realizzare quello più alto e con forma simmetrica in diretto rapporto con la Collina e l’ingresso nord-est di Expo creando così una tensione architettonica positiva con gli elementi emergenti di Expo.
In tal senso sono anche giustificate le forme morbide del ponte e la struttura tubolare dello stesso che sono tesi a riprodurre uno scenario di sovrapposizioni, oltre che visivamente e fisicamente attraversabile, nel contempo quasi trasparente. Il grande impalcato stradale dalla struttura sagomata a carena, con l’orditura primaria in vista e portata da tiranti in acciaio, nonostante le dimensioni risulta sospeso con leggerezza, libero e di grande impatto. Un decoro accentuato dal sistema di illuminazione indiretta degli elementi portanti che è teso a valorizzarne per mutuo contrasto la linearità del ponte e la rada trama dei tiranti ottimizzati nella loro necessità costruttiva. Il manufatto lambisce le acque del canale navigabile perimetrale che limita l’area ed i suoi punti di appoggio a terra, riferiti espressamente al fronte Expo, sono ridotti a soli 4 elementi; questi alla base hanno un effetto quasi scultoreo in cui la deformazione al piede della sezione tubolare mette in evidenza lo sforzo strutturale dell’arco. Lungo tutta la proiezione dell’impalcato sono ampiamente consentite possibilità di attraversamento a raso ed anche di adattamento futuro del sistema di ingressi sia a medio che lungo termine. Partendo dall’ideazione del ponte come forma paesaggistica integrata alle opere di mitigazione ambientale previste è stata formulata, con particolare riferimento al fronte Expo, anche una proposta di generale sistemazione della zona interessata dal parcheggio est. Tale proposta consente di ottimizzare gli assetti viari finali e le rotatorie previste nelle fasi durante e post Expo risolvendo le interferenze determinate dalle opere di canalizzazione (nuovo alveo torrente Guisa) e di laminazione (invaso per le piene) formando, in coerenza al sistema di mitigazione paesaggistica proposto, quasi un parco urbano.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2011
LUOGO: Milano
TIPOLOGIA: Infrastrutture e Master planning
CLIENTE: TOTO S.p.A.
PROGETTO PAESAGGISTICO: Studio AG&P Milano

EX CASA DELL’OPERA NAZIONALE BALILLA – VIA MASCAGNI

MILANO, ITALIA
Realizzato a meta degli anni Trenta da Mario Cereghini, questo significativo esempio del Razionalismo milanese e rimasto per anni inutilizzato e in stato di abbandono. Il progetto di recupero di prossima realizzazione prevede la trasformazione del manufatto in struttura ricettiva, adeguando gli spazi interni alla nuova destinazione d’uso e creando nuovi volumi che ospiteranno gli impianti e le necessarie strutture di sicurezza.
L’intervento sull’edificio e di tipo conservativo e rispetta il carattere originario del progetto pur delineando una proposta creativa, in cui i nuovi elementi risultano ben leggibili nel loro rapporto con la stratificazione storica del manufatto. Si tratta dunque di un’operazione dichiaratamente collocabile in quell’ambito di “restauro critico e interpretativo”, espressione tipica della cultura del restauro milanese, e piu in generale italiana, che da sempre costituisce un riferimento dello studio.
Sotto questo aspetto risulta esemplare la scelta di conservare, in corrispondenza con la ex sala auditorium, un vuoto centrale che incorpora una parte della balconata del teatro, a memoria dell’originaria destinazione dell’immobile. Una serie di volumi in addizione modificano la sagoma originaria dell’edificio e accolgono, tra l’altro, le necessarie scale di emergenza. Parte di tali addizioni e rivestita con pannelli traforati color bronzo, dal disegno geometrico, che conferiscono una pelle uniforme ai nuovi volumi, cosi connotati e leggibili in quanto intervento contemporaneo.
Parte integrante del progetto e inoltre la ridefinizione e valorizzazione del giardino, che diventa un importante dehors per la struttura ricettiva. Al piano terra, vengono conservati i due ingressi indipendenti, uno destinato a servire la lobby-reception, l’altro comunicante con il ristorante posto al piano inferiore. Al piano terra ― in cui trova anche collocazione un corpo ascensore direttamente connesso con una terrazza posizionata in copertura e utilizzabile per eventi ― l’attraversamento della lobby e del corpo-auditorium conduce al grande giardino interno. Il vuoto centrale dell’ex sala svolge poi funzione distributiva ai piani primo e secondo, che sfruttano l’importante altezza del vuoto stesso, divenendo fulcro scenografico dell’intero progetto.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2020‐in progress
LUOGO: Milano
TIPOLOGIA: Restauro e ampliamento
CLIENTE: ONB Mode S.r.l.
CON: Studio Berlucchi
COLLABORATORI: Giulia Zambon, Carlotta Puleo

MALFATANO RESORT

TEULADA - CAGLIARI
Il comparto alberghiero G è composto da un corpo centrale suddiviso in tre blocchi irregolari e 11 aggregati distinti più piccoli, plano-altimetricamente articolati, così da costituire quasi una sorta di brano edilizio insediativo caratterizzato da un forte senso di appartenenza al territorio dal punto di vista formale. L’impianto è impostato in modo da comporre omogeneamente tra loro diverse e articolate componenti architettoniche, assemblandole con apparente spontaneità e inserendole nel territorio in armonia con l’orografia del territorio e la morfologia dell’ambiente circostante.
L’architettura, messa in rilievo da una geometria elementare, contribuisce ad individuare il complesso nella sua semplicità tipologica, al di fuori di schemi prefissati, ma non casuali o in disaccordo con il contesto ambientale circostante. In particolare l’area su cui verrà realizzato l’intervento ricettivo, presenta due differenti connotazioni orografiche: una zona semipianeggiante a sud-est su cui sorge il blocco B del corpo centrale, le zone parcheggi e tre blocchi isolati E; ed una zona a nord ed ovest che presenta una morfologia in declivio accentuato verso il lato sud-est, dove verranno realizzate le camere del corpo centrale accorpate in due blocchi di aggregati denominati A e C, sei blocchi isolati D, e due blocchi isolati F. Il complesso è servito con un accesso diretto dalla strada provinciale Cagliari Teulada con limitrofe aree di parcheggio e dalla strada di comparto che lo attraversa longitudinalmente collegandolo a nord al comparto E1/f valle e con un ulteriore area parcheggio nella zona sud del lotto.
Il progetto ottimizza l’accessibilità ai servizi comuni e alle zone di relazione all’aperto, destinate al soggiorno temporaneo, con percorsi pedonali che si adattano all’andamento del terreno. La struttura alberghiera è articolata in una serie di elementi riconoscibili collegati tra loro da passaggi e camminamenti: Il corpo centrale che è composto da tre parti essenziali: il blocco B deputato alle zone di accoglimento, collettive e di servizio logistico oltre all’amministrazione ed alle parti tecniche; i blocchi A e C in cui si sviluppano principalmente le camere degli ospiti. I corpi isolati, undici in tutto, costituiti dai blocchi D, E ed F sono destinati a camere. Tutti gli accorpamenti si articolano al massimo su due livelli legati tra loro funzionalmente da pergolati, portici e scale che si snodano sul terreno seguendone l’andamento naturale e collegati tra di loro da stradelli pedonali in modo da consentire l’accesso autonomo alle singole unità.
I corpi di fabbrica si adagiano sul terreno a quote differenti rispettando il più possibile l’orografia, e limitando al massimo l’impatto sull’ambiente circostante. Le cellule ricettive, conformate in varie tipologie, di base sono dotate di una camera a due letti, provvista di antibagno e servizi igienici, con zona soggiorno, e sono completate talvolta da un terrazzo o, al piano terra, da un’area verde di pertinenza. Il complesso alberghiero è dotato in tutto di 178 camere per gli ospiti di cui 12 attrezzate per i disabili.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2008
LUOGO: Teulada – Cagliari
TIPOLOGIA: Hotels e Ville
CLIENTE: S.I.T.A.S. S.r.l.
CON: Studio Sergi e Arch. Andrea Leonardi
PROGETTO PAESAGGISTICO: Marco Bay
COLLABORATORI: Giovannino Casu, Francesca Romanò

BENETTON IRKUTSK

Irkutsk, Siberia, Russia
Posto nella principale strada commerciale del centro storico di Irkutsk, il nuovo negozio Benetton si confronta necessariamente con l’architettura tardo ottocentesca che caratterizza questa parte di città in cui si alternano elementi di grande semplicità del tessuto edilizio e parti maggiormente enfatizzate facendo convivere stili diversi mutuati per lo più dalla Belle Epoque europea. Variazioni che sono ricucite dagli allineamenti dei marcapiani o dei fili di gronda, adeguandosi di volta in volta ai vari edifici.
In questa “mean street” siberiana l’architettura dell’edificio è la sua facciata in una matrice del tutto originale derivata dall’uso materiali, dalle proporzioni, dalle partizioni e dai colori vivaci che si contrappongono con efficacia, nel lungo inverno, al candido monocromatismo del ghiaccio.
Architetture di colori nel senso di scomposte in varietà, così come il cristallo scompone la luce bianca in miriadi di particelle colorate. La facciata è pensata come una grande scansione luminosa realizzata su due piani e composta da sei spazi regolari che si uniformano in altezza ai cornicioni delle costruzioni esistenti.
Un ordine classico e moderno al tempo stesso in cui è incastonato il sistema delle vetrine e degli ingressi e su cui le insegne dei marchi risaltano come decori rispetto la prospettiva del viale.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2008-2011
LUOGO: Irkutsk, Siberia, Russia
TIPOLOGIA: Spazi commerciali e uffici in Ulitza Uritskogo
CLIENTE: Real Estate Russia ZAO
COLLABORATORI: Simone De Capitani

GORANI 10

MILANO, ITALIA
Si tratta della ricostruzione di un edificio residenziale, distrutto dai bombardamenti del 1943, con i volumi originali ma con un architettura resa più contemporanea ed in forte rapporto con il contesto edilizio storico e con quello dell’ambito di Recupero urbano “Gorani-Brisa-S.Maria alla Porta” a cui appartiene.
La ricostruzione del lotto urbano e la ricucitura con gli edifici esistenti determina, adeguandosi alle altezze di gronda, anche il moderno affaccio sulla nuova piazza pubblica che diventa il fronte privilegiato in cui l’architettura propone nuove relazioni. Il progetto occupa quasi totalmente il lotto di forma irregolare all’angolo tra via Gorani e lo slargo determinato dalla nuova piazza, assecondando la volontà generale di ridefinizione dei canoni prospettici e di frammentazione dell’isolato esistente attraverso un rapporto tra antico e nuovo in grado di esprimere la continuità dei caratteri del tessuto urbano.
In tal senso si è scelto di intervenire saturando i volumi con un’architettura dai caratteri stilistici classici e minimali, derivati ma non uguali a quelli del contesto storico. E’ stato perciò scelto un linguaggio architettonico improntato alla continuità stilistica senza però cadere nel mimetismo storicista: una scelta oculata di rispetto del particolarissimo contesto. Alcune variazioni introdotte nella partitura tra pieni e vuoti dell’ultimo livello così come nel recupero del sottotetto all’angolo con la piazza riportano l’edificio ai canoni della modernità.
Nel progetto di ricostruzione, come prescritto dal piano particolareggiato che regola l’area, viene confermata la cortina edilizia lungo la via Gorani dalla quale si accede all’edificio sia con l’atrio d’ingresso sia con gli ingressi ai box meccanizzati. Al piano terra è stata realizzata inoltre un’unità residenziale a cui è stato aggregato il cortile dell’edificio reso fruibile come giardino pertinenziale. Il progetto prevede l’uso dei vari livelli mediante tipologie residenziali che, dovendo assumere anche una serie di vincoli architettonici e morfologici dagli edifici adiacenti, sono organizzate da un unico corpo scala in modo da sfruttare adeguatamente la sezione del lotto e gli affacci possibili lungo le vie pubbliche e verso il proprio cortile. Per quanto riguarda i caratteri dell’architettura dell’edificio ed i materiali per le facciate, il progetto si misura attraverso un confronto minimale ma in stretto rapporto con gli elementi della tradizione milanese (pietra/granito, intonaco nelle tonalità tenui, legno per i serramenti, ferro per i parapetti ed il cotto in elementi lamellari inclinati per il tetto) in quell’ambito particolare di reinterpretazione dell’antico, demandato al disegno dei dettagli e della costruzione a scala edilizia, in grado di promuovere una continuità stilistica contemporanea e possibile nel rispetto del particolare ambito paesaggistico.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2015
LUOGO: Milano
TIPOLOGIA: Complesso residenziale
CLIENTE: Cliente privato
COLLABORATORE: Simona De Capitani

TEATRO LA FENICE

VENEZIA, ITALIA
Nel 1996 a pochi mesi dall’incendio che distrusse la Fenice, e dopo le molte discussioni pubbliche sul come rifare il teatro a seguito delle quali era stato annunciato l’intervento di ricostruzione tramite un concorso-appalto sotto lo slogan “dov’era, com’era”, non pochi erano i dubbi che Aldo Rossi aveva al parteciparvi. In effetti egli aveva da subito ricevuto varie offerte per la redazione del progetto di concorso da diversi consorzi di imprese in virtù sia della sua ampia esperienza sul tema teatrale sia per la sua conoscenza del contesto avendo lavorato ed essendo insegnante a Venezia; tuttavia Rossi aveva sviluppato una certa reticenza nell’affrontare questo caso specifico proprio per i pochi margini d’intervento architettonico che erano stati annunciati e non ultimo per il doversi misurare con quella supposta “mentalità conservatrice” tipicamente veneziana.
Contrariamente a ciò, studiando approfonditamente il bando, il materiale d’analisi ed i rilievi del dopo incendio avvalorati dai riferimenti tipologici e storici del teatro, emerse la convinzione che nonostante i criteri conservativi imposti era sì possibile ricostruire il teatro “dov’era” ma sicuramente non sarebbe più stato “com’era” a partire da quella irriproducibile patina del tempo svanita con l’incendio.
La complessità di un edificio che si configura con la trama della città non solo metaforicamente e la sfida di ritrovare un ambito di progettualità possibile legata alle capacità interpretative che comunque l’architetto deve avere, in quell’ambito personale e riservato di rapporto con l’architettura tramite il confronto con il modello, la copia e la trasformazione nel tentativo di dare un senso all’atto costruttivo, aveva infine contagiato definitivamente Rossi ed anche noi tutti.
Il bando di concorso che, come sempre avviene nei bandi conteneva alcuni aspetti di sottintesa ambiguità, chiariva in modo specifico le cinque parti costitutive del progetto individuando per ognuna vincoli e libertà. Queste parti e criteri d’intervento uniti alla complessità di coordinare fattori tecnici, architettonici e di restauro sono la miglior lettura del progetto proposto e che rispecchiano altrettanti temi d’architettura.

Sale Apollinee gravemente danneggiate nell’incendio, per esse era richiesto un intervento conservativo delle parti residue ed una ricostruzione filologica di quelle rimanenti. Nel progetto di restauro dei decori si è tenuto conto della loro stratificazione e modificazione in modo da permettere una lettura anche visiva della storia dell’edificio mantenendo anche quelle sopravvissute all’incendio. Nel soffittone, liberato dalla sua antica destinazione di deposito, è stata ricavata una sala espositiva aperta al pubblico e gestita dal corpo aggiunto di una nuova scala esterna di sicurezza.

Sala Teatrale
Distrutta completamente dall’incendio era legata ad una ricostruzione filologica improntata al “dov’era, com’era” (mantenimento di tutte le quote dei palchi e dei decori). La ricostruzione è stata basata su rilievi, cartoni e decori monitorati e rilevati dalla Soprintendenza e documentati da disegni originali e dai rilievi fotografici. Grazie alle opere di consolidamento delle fondazioni nel sottoplatea sono state ricavate altre sale prova per gli strumentisti che, uniformandosi tipologicamente ai muri della cavea, consentono agli stessi di accedere al Golfo Mistico senza interferire con la sala.

Torre scenica
Anch’essa devastata dall’incendio e vincolata nell’architettura, nel progetto si è pensato soprattutto al consolidamento delle fondazioni in virtù del posizionamento della macchina scenica. Quest’ultima completamente rinnovata nell’ottica del miglioramento delle caratteristiche tecnologiche del teatro collabora con le strutture murarie ed è stata progettata contestualmente all’Ala Nord per permettere il massimo utilizzo del palcoscenico e dei vani attigui idonei al ricovero delle scene.

Ala Nord
E’ il corrispondente nucleo edilizio addossato al teatro vero e proprio, anch’esso molto danneggiato nell’incendio ma in cui erano lasciate maggiori libertà di progettazione. Fino dai tempi del Selva e poi nelle successive modificazioni e ampliamenti del teatro dovuti al Meduna, al Cadorin ed infine al Miozzi, questa parte di edificio ha da sempre interagito con la zona del palcoscenico che ha progressivamente occupato l’antico sedime della corte Lavezzera. Nel progetto si sono completamente ridisegnati i servizi teatrali (spogliatoi, camerini, sale prova) razionalizzando ed adeguando alle norme vigenti scale di sicurezza ed i sistemi di risalita in generale.

Ala Sud
Anch’essa danneggiata nell’incendio ed avente le medesime caratteristiche costitutive e di bando dell’ala nord, questa porzione del complesso teatrale contiene, oltre agli uffici gestionali del Teatro riposizionati ed organizzati, il segno più forte nella ricostruzione: La Sala Nuova ora chiamata Sala Rossi. Questa sala, richiesta dal bando per le prove del coro e dell’orchestra, è stata pensata da Rossi in modo da essere allo stesso livello della sala teatrale quindi con la possibilità di collegare facilmente gli strumentisti al Golfo Mistico ed ai servizi del palcoscenico posti sottoplatea. Nel contempo la Sala Nuova può essere usata autonomamente con accesso dalla calle prospiciente il Rio de la Fenice. La Sala Nuova è l’elemento su cui Rossi ha improntato l’evoluzione del Teatro, trovando con essa quel grado di progettualità possibile anche in un intervento decisamente conservativo, chiarendo la tipologia del Teatro inteso nell’insieme di edifici che lo compongono e ricostruendolo attraverso l’immagine della città a cui esso appartiene. Nel senso di appartenenza va quindi ricercato il fine del frammento palladiano della Basilica vicentina, realizzato in legno in proporzione 1:3, che caratterizza questa sala “… perché riproduce quell’interno del mondo veneto, quasi il tentativo di ricomporre nell’edificio un mondo veneziano tra storia ed invenzione.” Questo è anche il motivo perché la copia del modello va al di là dell’atto formale e del rilievo, essa viene caricata di nuovo significato senza ambiguità, crediamo infine che questa sia la chiave di lettura più concreta del progetto di ricostruzione della Fenice.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 1999-2004
LUOGO: Venezia
PROGETTO DI CONCORSO: Aldo Rossi
CON: Marco Brandolisio, Giovanni da Pozzo, Massimo Sheurer, Michele Tadini, Marc Kocher
TIPOLOGIA: Progetto di ricostruzione e ampliamento
CLIENTE: Comune di Venezia-Impresa Sacaim
CON: Ing. Edoardo Guenzani, Marc Kocher
COLLABORATORI: Massimiliano Molteni, Corrado Anselmi, Ilaria Brollo

PATIO VILLAS

Canouan, Saint Vicent e Granadine
Le ville si trovano nell’eccezionale e riservata atmosfera della parte settentrionale dell’isola, sulla collina che domina la baia di fronte ad una splendida laguna corallina ed al Mar dei Caraibi. Le Patio Villas propongono una ricercata architettura che combina effetti mozzafiato con misurato equilibrio, componendo una raffinata miscela di spazi tra natura e costruzione. Caratterizzate da un patio aperto, le Ville emergono con forme precise in pietra naturale, legno e vetro raggruppate tra loro in una composizione unitaria che si adatta perfettamente al paesaggio verde e alle dolci colline dell’isola.
L’innovativa architettura delle Patio Villas promuove un totale coinvolgimento con la natura attraverso grandi finestre panoramiche, spazi protetti da pergolati e spazi all’aperto. L’ingresso ad ogni villa inizia con un sentiero in pendenza che conduce a un patio aperto. In questo spazio tropicale e protetto la bellezza della natura entra attraverso la sezione della villa e si trasforma prima in una zona centrale di soggiorno, poi in una terrazza procedendo infine verso il mare.
La zona soggiorno centrale, con soffitto alto e tetto spiovente, funge da fulcro della villa avendo due camere da letto poste su lati opposti. Queste camere laterali hanno varie dimensioni e sfruttano al massimo i dislivelli del terreno e l’interazione di ciascuna Villa con il paesaggio circostante. Ogni villa inoltre è dotata di tetti verdi per gli spazi esterni. La terrazza, con piscina rettangolare a sfioro (infinity-pool) e idromassaggio, corre parallela alla zona soggiorno e si fonde con la vista panoramica delle acque turchesi dei Caraibi assieme al lussureggiante paesaggio verde.
Le Patio Villas profondono un’atmosfera raffinata attraverso interni dal design moderno e contemporaneo. I colori ed i materiali sono proposti ricercando delicatezza e progressione di toni. Sono state scelte due ambientazioni diverse ma ugualmente originali. Uno stile usa toni chiari e luminosi catturando elementi naturali nella decorazione e nelle finiture; l’altro utilizza una combinazione di colori uniformi dai toni caldi e coordinati evidenziati da colori più scuri con tocchi di oro o di bronzo.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2015-2020
LUOGO: Canouan – Saint Vicent e Granadine
TIPOLOGIA: Ville
CLIENTE: Mandarin Oriental
CON: Elena Borsa Architetti
INTERIOR DESIGN: Nicola Gallizia
PROGETTO PAESAGGISTICO: Marsiglilab
COLLABORATORI: Valeria Matteri, Andrea Piatti, John William Valencia

CORREGGIO 18

MILANO, ITALIA
Il progetto riguarda la ristrutturazione di un edificio esistente del primo 900 composto da una corte centrale che unisce due corpi di fabbrica realizzati in tempi diversi ed inserito in un isolato ottocentesco avente un tipico fronte stradale caratterizzato da un grande decoro ma nel contempo da una certa indifferenza per quanto riguarda i fronti interni della corte. Il principale tema di progetto perciò è stato quello di dare uniformità alle varie parti e nuova razionalità alla tipologia dell’edificio residenziale.
Il progetto si prefigge proprio di ridar nuova vita al complesso architettonico riportando il senso del decoro anche nei fronti interni della corte ed in quelli degli affacci che prospettano all’interno del nucleo dell’isolato urbano. Il tutto rispettando la gerarchia delle parti e mettendo in luce la lettura tipologica del palazzo anche attraverso alcune addizioni come il nuovo tetto e l’articolarità morfologia dei terrazzi-giardino che caratterizzano le parti più interne e private del complesso con la volontà di dialogare con gli spazi verdi dei lotti vicini.
L’edificio è dotato di un piano interrato con box, locali tecnici e locali magazzino; da un piano rialzato destinato ad uffici con gli ingressi ai due corpi strada. Tutti gli altri piani sono residenziali con diversi tagli di alloggi. L’architettura proposta, in parte vincolata dall’esistente, è semplice ed è legata alla reinterpretazione dei caratteri del 900 milanese sia nell’uso dei materiali che della composizione delle partiture di facciata votate comunque alla massima linearità ed ad un minimalismo dei dettagli decorativi.
L’uso del verde decorativo, sia per i terrazzi privati che per il cortile condominiale, è stato pensato come elemento qualificante ed integrante dell’architettura in un rapporto di complessivo decoro.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2007-2008
LUOGO: Milano
TIPOLOGIA: Complesso residenziale
CLIENTE: Paros S.r.l.
PROGETTO PAESAGGISTICO: Studio AG&P Milano
COLLABORATORI: Gabriella Cricrì

CASCINA RADIO

MILANO, ITALIA
Il progetto di riqualificazione propone un’ipotesi di trasformazione territoriale possibile, ecosostenibile e in continuità con la storia agricola dei luoghi che, nella sinergia tra proposta privata e pubblico servizio, si traduca in un reale presidio ambientale e produttivo utile a risolvere le incongruenze e criticità del territorio sia localmente che a larga scala. Il nuovo progetto, nel rispetto della trama territoriale nord-sud e dei percorsi vicinali esistenti, individua tre aree d’intervento, “area tecno”, “agro” e “corte radio”.
L’“area tecno” ospita attività terziarie e produttive avanzate in nuovi edifici che, modulari tra loro, enfatizzano, con geometrie di pianta diverse, lo schema nord-sud del preesistente sistema di coltivazione agricolo. Le aree a parcheggio, a ridosso dell’autostrada A8-Laghi, saranno in rilevato con lo scopo anche di proteggere il complesso dal rumore della confinante autostrada.
L’“area agro”, compresa tra il viale alberato e il fontanile Taiolo, ha come destinazione fondiaria la nuova attività agricola che prevede attività di coltivazione qualificate integrate in un parco pubblicamente fruibile con funzioni didattiche. Il terzo polo, “corte radio”, ospita le funzioni di servizio per il comparto e per i visitatori con aree destinate alla ricettività di medio periodo, alla ristorazione e al benessere della persona.
Le piste ciclabili interne, il recupero ambientale del fontanile e la nuova rete idrica d’irrigazione in presa al nuovo canale Villoresi-Expo sono opere funzionali ai tre lotti e in sinergia con i progetti promossi per la realizzazione di Expo 2015.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2011-Work in progress
LUOGO: Arese – Milano
TIPOLOGIA: Masterplan parco tecnologico, agricolo e servizi
CLIENTE: Agricola Cascina Radio S.r.l.
PROGETTO DEL VERDE: Studio Banfi & Pezzetta e Studio AG&P Milano
COLLABORATORE: Giovannino Casu

CAMUZZI

MILANO, ITALIA
L’architettura milanese è spesso riconducibile al tema urbano del blocco chiuso, la cui definizione è essenzialmente fondata sul concetto di omogeneità delle facciate e dei corpi di fabbrica talvolta contraddetti dall’introduzione di elementi eccezionali volti alla reciproca valorizzazione. L’edificio per uffici Camuzzi aderisce a questi principi affrontando vari temi: il tema dell’ingresso, il tema dell’angolo così come quello del passaggio tra spazi pubblici e privati.
È stato perciò introdotto nel volume un elemento quasi a forma di torre, contenente il sistema d’ingressi e lobbies ai vari piani dell’edificio, che funge da fulcro e fuoco prospettico sia rispetto l’esterno sia l’interno del comparto dove si estende in lunghezza il corpo lineare dell’edificio e su cui affacciano gli spazi di lavoro. Questi si misurano con il giardino privato interno attraverso il grande loggiato a doppia altezza proponendosi in un gioco di trasparenze e materialità.
L’intero edificio è compatto e preciso nella costruzione ma anche particolarmente emozionante nella sua essenza di architettura di luce; nel contempo i marcapiani lineari della facciata verso i lotti limitrofi retrostanti segnano con semplicità il cortile industriale ingentilendolo.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2001-2006
LUOGO: Milano
TIPOLOGIA: Uffici e laboratori
CLIENTE: Camuzzi Gazometri S.p.A. Milano con Ing. Urbano Pierini e Arch. Simona Pieirni
COLLABORATORI: Elena Stracchi, Pietro Porro

CAMPUS TOTO

CHIETI, ITALIA
La nuova sede del gruppo Toto a Chieti è pensata per distinguersi, per essere una parte compiuta e rilevante all’interno di un comparto urbano di prossima ristrutturazione: una sorta di cittadella ideale composta da cinque edifici, compreso uno esistente, e da spazi aperti. Il progetto coniuga architettura costruita e del paesaggio con la volontà di definire una cifra stilistica su cui basare la riqualificazione del disegno urbano. Esso si organizza intorno a un asse longitudinale pedonale che da viale Abruzzo attraversa il complesso generando un cannocchiale prospettico rivolto verso il Gran Sasso: segno territoriale e distintivo del nuovo complesso.
Attorno a questo spazio centrale, concepito come un viale alberato, su un’unica piastra di parcheggi sotterranei sono disposti e distribuiti simmetricamente quattro edifici a pianta quadrangolare.
I corpi sono caratterizzati nell’architettura e sono leggermente convergenti tra loro in modo da accentuare l’aspetto scenografico del complesso; viene mantenuta così una certa autonomia ai diversi volumi che, come un teatro all’aperto, accentrano l’attenzione delle viste su di sé annullando anche l’attuale disordine dell’intorno.
La scelta costitutiva e costruttiva in muratura in pianelle di cotto è dettata soprattutto dalla ricerca di un legame con l’architettura tradizionale del territorio abruzzese e in generale dell’Italia centrale, caratterizzata dall’influenza romana e rinascimentale, ma con la volontà di definire una contemporaneità stilistica in grado di testimoniare il moderno e una propria cifra di singolarità.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2020‐work in progress
LUOGO: Viale Abruzzo – Chieti Scalo
TIPOLOGIA: Centro direzionale e amministrativo
CLIENTE: Toto S.p.A.
PROGETTO PDEL VERDE: Studio AG&P Milano
COLLABORATORE: Maurizio Fagiuoli

HEYDAR ALIYEV MUSEUM

BAKU, AZERBAIJAN
Il museo dedicato a Heydar Aliyev, presidente dell’Azerbaijan dal 1993 al 2003, si trova all’interno dell’Heydar Aliyev Cultural Centre realizzato a Baku da Zaha Hadid e segue una forma dinamica e sensoriale che guarda alla vita umana come una sorta di spirale universale e in particolare come una spirale ascendente, riconosciuta come eredità per il futuro. La visita al museo si snoda attraverso un particolare allestimento, venendo subito trasportati nella vita di Heydar Aliyev e nella storia dell’Azerbaijan, rappresentate da due differenti linee che si intrecciano in corrispondenza dei maggiori e significativi eventi storici.
Ogni linea è un viaggio nei fatti e nei sentimenti di un uomo e del suo Paese e si materializza attraverso due strutture lunghe 150 metri dal design innovativo e fluido. Queste sono dei volumi frattali, la cui struttura è rivestita elegantemente in legno, e sono composti da piani in sequenza su cui vengono proiettati alternatamente immagini e video in una continuità di luci ed emozioni.
I visitatori possono interagire con tutti i contenuti della mostra in modo da provare nella fruizione un forte e molto personale coinvolgimento.
Il percorso museale si snoda al primo piano per mezzo di questo allestimento lineare che riproduce il filo conduttore della vita del presidente e dell’Azerbaijan, mentre al piano superiore vengono esposti, in modo più tradizionale ma sempre interattivo, gli oggetti privati e istituzionali appartenuti e usati nella sua vita.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2012-2013
LUOGO: Baku, Azerbaijan
TIPOLOGIA: Allestimento mostra permanente
CLIENTE: Fondazione Heydar Aliyev
CON: Daniele Zambelli – creative director
Simmetrico Network – production
Michele Telaro – project manager
Massimo Fogliati – technical director
Devis Gobbi – art director
Clue – content curator
BC today – video production
Bonsaininja – video production
Gian Maria Serrano – sound designer
Ginette Caron – logo design
COLLABORATORI: Maurizio Fagiuoli, Giulia Zambon

QUARTIERE ALER

MILANO, ITALIA
L’intervento di edilizia residenziale pubblica progettato per A.L.E.R. – Azienda Lombarda Edilizia Residenziale a Pieve Emanuele, nell’hinterland sud di Milano, è stato sviluppato sul modello insediativo del “cluster”, un insieme di edifici cioè composti a formare uno spazio unico e vario con l’obiettivo di realizzare un luogo teso a configurare una “cittadella” di edifici alti e bassi, attraversabile fisicamente e con lo sguardo, in grado di arricchire il paesaggio territoriale.
I volumi verticali sono composti assieme a dei corpi bassi a formare otto organismi a “L” che si specchiano due a due su quattro corti interne: veri spazi aperti di buona qualità abitativa, protetti e percorribili, in cui il verde primeggia. All’attacco a terra gli edifici sono tutti attraversabili e messi in stretta relazione agli spazi verdi di pertinenza, in un sistema aperto che si connette anche al grande parco pubblico previsto dal Piano.
Una particolare attenzione ecosostenibile è stata data anche alle soluzioni costruttive e tecnologiche quali le coperture a verde degli edifici in linea, gli impianti fotovoltaici sugli edifici a torre e un ampio uso della prefabbricazione per contenere i costi e ridurre i tempi di realizzazione.
L’architettura semplice e contemporanea coerente con la linearità degli edifici progettati è ritmata dalle diverse finestrature mentre le logge, protette da parapetti in struttura metallica e caratterizzate da pannelli frangisole sfalsati da piano a piano, rendono più dinamico il volume principale.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2011‐in progress
LUOGO: Milano
TIPOLOGIA: Complesso immobiliare edilizia libera e sociale
CLIENTE: Infrastrutture lombarde S.p.A.
PROGETTO DEL VERDE: Studio AG&P Milano
COLLABORATORI: Gabriella Cricrì, Maurizio Fagiuoli

KHOJALY MEMORIAL

BAKU, AZERBAIJAN
Il memoriale, in ricordo dei tragici eventi che hanno coinvolto la città di Khojaly il 25-26 febbraio 1992 durante la guerra del Nagorno Karabakh, è un emozionante quadrilatero monolitico ma modellato con fluidità all’interno del disegno di una nuova piazza pensata come un grande tappeto fiorito. I singoli lati sono interrotti e aperti centralmente rivolgendosi ai quattro punti cardinali mentre da sud l’ingresso principale consente ai visitatori di entrare in un luogo protetto, di pace e contemplazione: un giardino con un piccolo bosco di mandorli irrigati da una maglia regolare di canaletti d’acqua.
Il bosco vuole essere un luogo evocativo e simbolico, in particolare per effetto della fioritura annuale dei mandorli che avviene circa nella seconda metà di febbraio, mese in cui ricorre la data degli eventi commemorati. I quattro padiglioni che compongono l’edificio sono pensati quasi fossero le parti di un singolare geoide minerale, con una pelle esterna fatta di ruvida roccia e con un nucleo interno luminoso contenente preziosi cristalli. La loro forma è parzialmente racchiusa quasi fossero delle mani paterne che raccolgono e proteggono.
Un percorso interno unisce tramite passaggi vetrati i quattro padiglioni in cui è organizzato il museo, che ha anche una zona congressuale didattica organizzata al piano interrato. La ruvida e compatta pietra che riveste i padiglioni è segnata puntualmente da alcuni rivoli che, scendendo dalla copertura quasi come lacrime, alimenteranno la cintura di vasche d’acqua che lo cinge.
Tutt’attorno, la piazza-giardino è composta su una maglia regolare di aiuole con piante basse che alterneranno la fioritura durante l’anno, mentre un giardino quadrato più esterno protegge il memoriale attraverso un sistema di alti pioppi cipressini.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2013‐in progress
LUOGO: Baku, Azerbaijan
TIPOLOGIA: Edificio museale e nuova piazza
CLIENTE: Fondazione Heydar Aliyev
CON: Simmetrico Network e Studio AG&P Milano
CREATIVE DIRECTOR: Daniele Zambelli
COLLABORATORI: Simona De Capitani, Maurizio Fagiuoli

PORTA TENAGLIA 5

MILANO, ITALIA
L’edificio fa parte di una porzione di isolato tardo ottocentesco che viene chiuso lungo la cortina sulla pubblica via con un nuovo fronte in parte frutto del recupero edilizio di un preesistente edificio in stile liberty e in parte tramite la nuova costruzione che quasi lo avvolge elevandosi per ulteriori quattro livelli.
La facciata su strada rimanda a un modernismo classicista tipico dell’architettura elegante del primo novecento e si relaziona a quelle che sono le caratteristiche delle preesistenze e dell’ambito paesaggistico del contesto; allo stesso tempo risponde con sobrietà a una evoluzione contemporanea del decoro architettonico e urbano che testimonia e conferma i canoni stilistici di una committenza appartenente all’alta borghesia milanese.
Il fronte dell’edificio interno al lotto si misura invece con l’ambito naturalistico e riservato dei giardini privati che compongono il profondo tessuto dell’isolato. Spazi aperti e soleggiati, caratterizzati da un’assoluta privacy, su cui prospettano i principali spazi abitativi di importanti residenze tramite loggiati, ampi terrazzi e un grande giardino pensile.
Questo giardino terrazzo a uso privato copre e mitiga il volume del parcheggio, realizzato su due piani fuori terra, che si allunga in profondità sull’area e costituisce idealmente un elemento di progressivo legame al parco dell’edificio. Tutte le parti comuni sono state disegnate con grande cura di dettaglio e materiali pregiati utilizzando marmi, seminati e marmorino veneziano; così come l’architettura della facciata è stata valorizzata da un progetto scenografico delle luci.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2007-2011
LUOGO: Milano
TIPOLOGIA: Immobile per appartamenti di pregio
CLIENTE: Porta Tenaglia S.r.l.
CON: Bianchi&Radaelli
COLLABORATORE: Giovannino Casu

SAN CARPOFORO 10

MILANO, ITALIA
Trattandosi della ricostruzione in forme nuove di un edificio distrutto dai bombardamenti dell’ultimo conflitto, si è scelto di intervenire saturando i volumi con un’architettura dai caratteri stilistici classici e minimali, derivati ma non uguali a quelli del contesto storico, anche considerando che sullo stesso incrocio prospetta un edificio modernista del tutto alieno rispetto ai caratteri vincolati dell’ambito di Brera.
Dato che l’insistenza di due architetture di contrapposizione in un così ridotto spazio urbano altererebbe del tutto l’ambito di San Carpoforo, è stato scelto un linguaggio architettonico pacato e improntato alla continuità senza cadere nel mimetismo storicista, deputando alla ricostruzione dell’isolato urbano il reale valore espressivo dell’atto del costruire: una scelta minimale di rispetto, dovuta in questo specifico caso e contesto.
La copertura a falde inclinate in linea con gli edifici adiacenti però è stata reinterpretata con una superficie semitrasparente realizzata con elementi lamellari in cotto sovrapposti a parti vetrate, garantendo l’illuminazione naturale degli ambienti interni ed evitando l’uso degli abbaini.
Rispetto il sedime originale del lotto, il fronte d’angolo è stato arretrato in modo da favorire l’ambito stradale pubblico, definito da un appropriato arredo urbano, caratterizzato da un elemento verde che segna l’impronta del preesistente edificio.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2009‐in progress
LUOGO: Milano
TIPOLOGIA: Immobile per appartamenti di pregio
CLIENTE: Porta Tenaglia S.r.l.
COLLABORATORI: Simona De Capitani

MÜLLER MARTINI ALLREAL

ZURIGO, SVIZZERA
Il progetto trasforma l’area originariamente occupata da uno degli insediamenti industriali del gruppo svizzero Müller-Martini in un sistema urbano organico composto da due edifici, destinati uno esclusivamente a uffici e l’altro a residenza e commercio. Sono stati sviluppati temi quali la definizione del fronte stradale, la diversità funzionale, la costruzione del centro e del tessuto urbano, ed è stato ricercato un linguaggio architettonico in grado di dialogare con la città consolidata e gli elementi eccezionali del luogo come il viadotto ad archi della vicina ferrovia.
Si determina in questo modo un isolato composto dalle più tradizionali tipologie urbane a corte strutturato sul tessuto preesistente e capace di generare allo stesso tempo un nuovo reticolo di attraversamento semipubblico che rompe la rigidità delle corti favorendo effetti prospettici inattesi e quasi scenografici.
Il fronte del blocco edilizio affacciato verso Josefstrasse, destinato a terziario, compatto e ritmato da rigorose aperture orizzontali, si differenzia dal fronte del blocco edilizio maggiore, rivolto verso Heinrichstrasse, riservato a commercio al livello stradale e residenza ai piani superiori.
Il trattamento delle corti contribuisce alla riconoscibilità funzionale dei due edifici: seriale e pavimentata con la sola citazione naturale dell’acqua e di un albero quella dedicata agli uffici; verde e piantumata quella delle abitazioni, segnata da luminose logge e finestrature verticali a tutta altezza protette da parapetti in ferro bianco.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2003-2007
LUOGO: Zurigo, Svizzera
TIPOLOGIA: Complesso residenziale
CLIENTE: Allreal Generalunternehmung AG Zürich
COLLABORATORE: Arch. Mark Kocher

THÉÂTRE NATIONAL POPULAIRE

LIONE, FRANCIA
A livello organizzativo la scelta primaria del progetto è stata quella di ricostituire al piano d’ingresso il percorso tra foyer e “cabaret” collegando la piazza d’ingresso con la retrostante Rue Louis Becker. La sala prove coro è stata così spostata al piano superiore, in adiacenza del foyer della grande sala, in modo da essere usata anche come estensione del foyer stesso.
La grande sala è stata completamente ridisegnata nell’architettura cercando di riportare al suo interno il sistema degli elementi modulari usati per le facciate e lavorando sul duplice tema del teatro come macchina (ballatoi tecnici e velari acustici) e luogo di neutro decoro. Lo spazio scenico è stato riprogettato completamente dotando il Théâtre National Populaire di una grande torre scenica baricentrica e di due ali simmetriche a questa che contengono servizi al palcoscenico e agli artisti.
Nel progetto di ristrutturazione e ampliamento è stata conservata la regola semplice di addizione per parti omogenee e simmetriche di volumi che integrano quelli preesistenti rendendo riconoscibile, nell’architettura, la nuova dalla vecchia costruzione. In tal senso i nuovi volumi sono stati rivestiti con una griglia di pannelli opachi intonacati disposti regolarmente con giunti orizzontali che riprendono le linee dell’edificio esistente e una partitura modulare che alterna parti vetrate e piene a seconda delle esigenze degli spazi del teatro.
La sezione complessa delle sale del teatro detta anche le regole di costruzione del completamento dell’isolato sulla Rue Becker promuovendo un rapporto analogo di percezione del luogo aulico rispetto l’esterno, così il nuovo Teatro Studio (Petit Théâtre), inteso come spazio sperimentale, è visibile dalla strada attraverso le grandi vetrate e messo in relazione anche con il teatro principale.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2020‐in progress
LUOGO: Lione, Francia
TIPOLOGIA: Ristrutturazione e ampliamento
CLIENTE: Comune di Villeurbanne e Conseil general du Rhone e Grand Lyon
CON: Xavier Fabre & Vincent Speller
COLLABORATORI: Luca Barbati, Pietro Porro

BERTIERI 4

MILANO, ITALIA
L’edificio nasce da un corpo preesistente di cui sono state conservate le strutture principali e cambiate totalmente le facciate e la distribuzione interna in virtù di un aumento di volumetria con la realizzazione di un nuovo piano. È stata realizzata così, agli ultimi due livelli, una stretta corte rettangolare su cui affacciano i locali di lavoro, trattata come un vero patio-giardino che conferisce qualità e nuova spazialità agli uffici.
Questo elemento introverso e innovativo dell’edificio è un pozzo di luce naturale completato da una scenografia verde di grande respiro per tutti gli ambienti. La precisione geometrica dell’edificio è valorizzata anche dal verde d’arredo che sfrutta le travi strutturali in acciaio conferendo al tempo stesso decoro. All’esterno sono stati definiti dei volumi semplici, quasi monolitici, segnati dalla contrapposizione in senso verticale di due materialità che esprimono compattezza e trasparenza.
Si realizza così un’architettura minimalista di classica modernità in cui un basamento lapideo in arenaria, contenente gli atri e i servizi di accoglienza, sorregge tre livelli di uffici operativi rivestiti da una pelle in vetro realizzata con un perfetto curtain-wall protetto da tende esterne e segnato dagli aggetti orizzontali a brise-soleil.
Il tema del restyling dell’involucro è stato interpretato perseguendo i temi della sostenibilità ambientale, migliorando le caratteristiche tecnologiche dell’edificio che si sono tradotti in un’estetica contemporanea.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2007-2008
LUOGO: Milano
TIPOLOGIA: Ampliamento uffici e laboratori
CLIENTE: Edillombarda S.p.A.
PROGETTO DEL VERDE: Studio AG&P Milano
COLLABORATORI: Simona De Capitani

TEATRO CIVICO DI RHO DI ROBERTO DE SILVA

MILANO, ITALIA
Nel primo hinterland milanese, la realizzazione del nuovo teatro di Rho rappresenta un’operazione di significativa valenza civica e sociale, rivolta non solo alla cittadina ma, in senso più ampio, all’intero bacino di utenza lombardo e destinata a soddisfare molteplici bisogni culturali. Coerentemente a tale vocazione, il progetto mira dal punto di vista programmatico alla massima flessibilità di utilizzo della struttura e dei suoi spazi, concepiti per offrire una notevole variabilità di configurazioni e per rispondere in tal modo alle più diverse esigenze funzionali, facendo del teatro un fulcro per la vita culturale e sociale del territorio.
Date queste premesse, l’inserimento del teatro a livello urbanistico, nell’ambito del piano di recupero dell’ex area Diana de Silva di cui esso e il centro, e volto a evidenziarne la presenza, connotata dalla pelle metallica e dalla trasparenza del vetro, come segno autonomo e riconoscibile che riorganizza il contesto adiacente, agendo sia sulla strada del Sempione, sia verso la nuova piazza pubblica di prossima realizzazione.
Il concept del progetto e stato pragmaticamente guidato dall’esigenza di realizzare un manufatto dai costi di manutenzione e gestione contenuti, capace di offrire, in luogo di un’impegnativa specializzazione, una molteplicità di utilizzi. Si e scelto cosi di creare una piccola macchina plasmabile in cui i differenti spazi pubblici ― sala e foyer ― possono accogliere mostre, spettacoli e convegni.
Particolare attenzione è stata perciò dedicata allo studio della sala principale e alla flessibilità di organizzazione dei suoi spazi, risolta in una duplice possibilità di configurazione: da un lato sala tradizionale con fronte scena classico e separazione dal pubblico, dall’altro una sala in cui la scena, integrata al pubblico, offre una maggiore vicinanza con gli spettatori. Come accennato, lo stesso foyer a doppia altezza è stato pensato come spazio polivalente, articolato in una prima scenografica area di ingresso da cui si accede al piano inferiore. Qui il salone ospitante il bar e la biglietteria è destinato ad accogliere anche mostre ed eventi, grazie alla contiguità con la sala “ridotto”, un ulteriore spazio concepito per spettacoli multimediali dalla capienza più contenuta rispetto alla sala “grande”.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2012-2021
LUOGO: Milano
TIPOLOGIA: Nuovo auditorium ex area Diana de Silva
CLIENTE: Bracco RE e Comune di Rho
CON: Studio Banfi & Pezzetta e Studio Andrea Gola
COLLABORATORI: Gabriella Cricrì, Maurizio Fagiuoli

VILLA A TUAREDDA

TUAREDDA, ITALIA
Una dimora che si trasforma in una sorta di doppia scena fissa all’aperto sfruttando l’eccezionale anfiteatro naturale in cui è inserita, è questa l’idea che nel progetto ricerca una nuova concezione degli spazi e della centralità della costruzione, fondendo casa e natura in un unico universo semplice ed esclusivo.
Reinventare puntando su elementi che già esistono, o meglio, che ci sono da sempre, in un rapporto di completamento e non di contrapposizione attraverso forme pulite e lineari che fanno del limite il principale punto di riferimento: il limite dello spazio esterno, il limite dello spazio protetto, il limite della macchia mediterranea e ovviamente quello magnifico e irraggiungibile dell’infinito: l’orizzonte.
Le addizioni sono pensate unicamente con elementi leggeri: loggiati e pergolati che determinano gli spazi vivibili della casa all’esterno estendendosi in più direzioni, creando spazi regolari e quasi delle quinte con un doppio fronte sulla scena naturale che circonda la casa.
La prima scena, verso l’entroterra collinare Malfatano, è uno spazio chiuso delimitato da muri a secco; una corte, quasi una stanza all’aperto, ombreggiata e impreziosita da un velario composto da teli mobili. La seconda scena, rivolta verso l’orizzonte marino, è un lungo spazio loggiato in cui il fronte della casa prosegue lateralmente in un pergolato e al lato opposto in una piscina lineare contenuta nel primo terrapieno.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2009
LUOGO: Tuaredda, Sardegna
TIPOLOGIA: Ampliamento casa di villeggiatura
CLIENTE: Committente privato
PROGETTO DEL VERDE: Marco Bay
COLLABORATORE: Simona De Capitani

CHIOSTRI DEL CARMINE

BRESCIA, ITALIA
La biblioteca universitaria interfacoltà di Brescia riutilizza e trasforma gli spazi dei Chiostri del Carmine, di origine tardo-quattrocentesca, che affiancano l’omonima chiesa. L’intervento libera il complesso claustrale dalle superfetazioni e dalle manomissioni realizzate nella prima metà del Novecento in modo da recuperare la lettura della stratificazione storica dell’intero complesso monumentale e consentendo l’attraversamento dell’isolato urbano tramite il sistema dei chiostri.
Il progetto si basa e consolida l’asse costitutivo storico dell’originale convento determinato dalla sequenza ex Refettorio, Biblioteca, Crociera dei dormitori anche tramite un misurato disegno degli arredi, appropriato ai nuovi usi, che mantiene l’atmosfera di luogo di quiete oltre che di studio.
Gli ambienti e i chiostri sono impreziositi dai ritrovamenti, fatti durante i lavori, di affreschi di varie epoche istituendo un prezioso rapporto tra arte e architettura; in particolare la sala di lettura principale è caratterizzata dai resti di un affresco quattrocentesco rappresentante l’Ultima Cena.
Al primo piano, a cui si accede tramite una nuova scala, la ridefinizione dell’asse della “Crociera dei dormitori”, che originariamente separava la parte dei novizi da quella dei padri carmelitani, libera la “lanterna” esistente e ricrea il sistema delle cellette adibendole a salette studio di diversa dimensione. Tale asse è evidenziato dalla galleria voltata, ricostruita in forme contemporanee tramite un sistema di pannelli curvi che lasciano intravedere le strutture lignee della copertura giocando tra antico e nuovo.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2001-2005
LUOGO: Brescia
TIPOLOGIA: Biblioteca universitaria interfacoltà
CLIENTE: Università di Brescia
CON: Studio Berlucchi
COLLABORATORI: Chiara Mangiarotti, Maria Pilo Di Boyl

TISCALI CAMPUS

CAGLIARI, ITALIA
Ripetizione, unione e variazione sono i concetti che governano la composizione del Campus Tiscali quasi fosse uno spartito musicale, cosicché l’alternanza dei pieni e dei vuoti del complesso può essere misurata in analogia alla tastiera di un pianoforte. L’insieme dei corpi di fabbrica che costituiscono il campus segue un concetto semplice di unione di parti elementari coerente con il masterplan dell’area Sa Illetta a Cagliari che, prospicente la laguna di Santa Gilla, è destinata a ospitare funzioni legate alla telematica.
Gli edifici, immaginati come navi ancorate al proprio territorio, sono al limite tra la laguna e il mare seguendo la direzione nord/sud e sono collegati tra loro da un camminamento pedonale che serve anche da passaggio tecnico nel sottosuolo.
I materiali esterni fanno riferimento a quelli della tradizione sarda posti in opera mediante tecniche moderne per facilitarne la manutenzione: le pareti murarie ventilate sono rivestite infatti in pietra naturale – trachite rossa – con fasce marcapiano in marmo di Orosei e in alcuni punti particolari è stato introdotto il basalto accostato o alternato allo stesso marmo.
Gli spazi aperti, i giardini interni e l’uliveto sono complementari all’integrazione ambientale del complesso, così come le opere artistiche che lo caratterizzano testimoniano la ricerca estetica di questo nuovo luogo civile pensato non solo per il lavoro.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2002-2003
LUOGO: Cagliari, Sardegna
TIPOLOGIA: Uffici, sala congressi e web-farm
CLIENTE: Tiscali S.p.A.
COLLABORATORI: Claudio Masini, Chiara Mangiarotti, Sara Sacerdoti

SPORTCOMPLEX

LEUVEN, BELGIO
Lo Sportcomplex si trova all’interno del Philips Site, ex area industriale riorganizzata secondo un’idea di prolungamento del verde agricolo nella città, creando un parco pubblico dove sono state edificate anche le sedi dei principali servizi amministrativi regionali. Il complesso sportivo da un lato si confronta con un paesaggio di tipo urbano mentre la gran parte del volume è immersa nel verde del parco pubblico; la pianta ellittica descrive un profilo morbido disegnato come una lieve e continua onda a seconda che ci si avvicini all’asse maggiore o minore.
L’edificio può ospitare più di 4000 spettatori ed è organizzato con due aree a diversa destinazione (palasport e piscine) divise simmetricamente da una galleria/foyer che prolunga il viale esterno ed è liberamente percorribile.
La scelta dell’involucro, semplice ma anche prezioso nella sua essenzialità, ha suggerito un’ipotesi costruttiva razionale e precisa, dove il laterizio è diventato elemento cardine nella descrizione formale del manufatto tipico di certe parti del Belgio.
Il basamento in pietra grezza che circonda l’edificio adattandosi al terreno esalta e sottolinea l’appartenenza del palazzo dello sport al sistema del parco.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 1998-2004
LUOGO: Leuven – Belgio
TIPOLOGIA: Edificio per lo sport al Philips Site
CLIENTE: Comune di Leuven
COLLABORATORE: De Gregorio & Partners

VILLA A CAGLIARI

CAGLIARI, ITALIA
L’edificio è situato alla sommità del Colle di Bonaria a Cagliari al margine della piazza che separa l’omonima basilica dal parco pubblico che scende verso il porto turistico. Per la posizione particolare e dominante la casa è nel contempo un punto di osservazione privilegiato rispetto la città e il mare e un punto di riferimento per chi dal mare guarda il colle.
Il progetto esaspera la spazialità tra interni ed esterni tramite una varia scomposizione degli ambienti in modo da definire il luogo privilegiato di una residenza. L’addizione della loggia è una scelta significativa in grado di rendere esplicita la compenetrazione dell’esterno con gli interni e in tal senso vanno anche interpretati, ai rispettivi piani, i due terrazzi del fronte sud in stretto rapporto al soggiorno d’angolo a doppia altezza.
Per quel che riguarda i prospetti, relazioni diverse con il contesto hanno prodotto gerarchie e fronti più o meno compatti tuttavia uniformati dall’uso del marmo di Orosei scelto come rivestimento. Particolare è il ruolo del giardino della casa e il muro di cinta che costituisce un ambito preciso nei confronti degli spazi aperti che la circondano e in particolar modo segna un limite tra parco pubblico e giardino privato.
Questo muro è un’architettura a sé: costruito in blocchi di basalto grezzi posati a secco con una tessitura che ricorda quella dei muri agricoli che suddividono i poderi sardi. Il nero del basalto contrasta con il marmo bianco di Orosei della casa in un mutuo rapporto di valorizzazione, accentuato anche dalla diversità della posa.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2001-2002
LUOGO: Cagliari, Sardegna
TIPOLOGIA: Residenziale
CLIENTE: Committente privato
INTERIOR DESIGN: Andrea Truglio

HOTEL VIU MILAN

MILANO, ITALIA
Situato in un quartiere, quello di Porta Volta, interessato nei tempi più recenti da importanti interventi che ne hanno ridisegnato il volto, l’edificio dell’Hotel VIU Milan e una nuova costruzione che occupa il lotto delimitato a sud da via Fioravanti, su cui e posto l’ingresso principale, a est da via Bramante e a nord dal piazzale del Cimitero Monumentale. L’hotel, che si sviluppa per otto piani fuori terra e ospita 124 camere e suite, si pone dunque come elemento di riferimento in un contesto particolarmente significativo, in cui si evidenziano le recenti realizzazioni della Fondazione Feltrinelli e dell’ADI Design Museum.
L’intervento si presenta come un insieme fortemente unitario ― dalla nuova piazza pubblica prospiciente il Cimitero Monumentale sino al disegno degli interni e al rooftop ― caratterizzato da un utilizzo coerente dei pur differenti materiali, orchestrati attraverso una regia in grado di controllare e condurre a una sintesi materiali, cromie e finiture.
Altrettanto unitaria e la concezione dei volumi, incorniciati e connotati dalle due facciate verdi, quasi un landmark che segna l’accesso alle vie Bramante e Niccolini. Il fronte su via Fioravanti, in cui si trova l’ingresso principale, e caratterizzato dal disegno regolare del rivestimento in legno lamellare, il cui coronamento e rappresentato dai leggeri volumi del rooftop.
L’affaccio sul piazzale del Cimitero Monumentale e invece concepito per masse contrapposte caratterizzate dai volumi aggettanti e arretrati delle vetrate continue, dal particolare colore bronzato, corrispondenti alle camere. Se alla forte unitarietà dell’esterno concorrono la matericità e le nuances brunite di ferro, vetro e legno lamellare, negli interni tale continuità è ottenuta attraverso il calibrato impiego di una palette di toni neutri e materiali nobili ― come i tessuti Rubelli, i pavimenti in rovere tinto, gli arredi su disegno realizzati da Molteni ― capace di creare un’estetica di discreta eleganza milanese. Di particolare fascino e il terrazzo panoramico, che ospita una piscina e un roof bar, da cui e possibile godere di una vista di eccezione sulla città.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2014-2017
LUOGO: Milano
TIPOLOGIA: Nuova costruzione e interior design
CLIENTE: Immobiliare Porta Volta S.r.l. – Viscardi Hotels S.p.A.
INTERIOR DESIGN CON: Nicola Gallizia
PROGETTO PAESAGGISTICO: Studio AG&P Milano
COLLABORATORI: Francesca Romanò

STARHOTELS ROSA GRAND

MILANO, ITALIA
Rimasto a lungo spazio irrisolto di un luogo, quale piazza Fontana, fortemente legato alla storia e alle trasformazioni della città (e per questo motivo, nelle parole dei progettisti, portatore di una “milanesità emanata dal tessuto edilizio”), lo Starhotels Rosa Grand diviene nell’intervento di Arassociati un elemento di ricucitura e di rammendo urbano, grazie al quale lo spazio pubblico ritrova una propria continuità. Al risultato unitario concorrono i semplici ma studiati elementi compositivi della facciata, sostanzialmente definita da esterno, serramenti in metallo bronzato, oltre al cotto che inquadra, a due a due, le aperture.
Altro elemento specifico della piazza e il porticato in granito, la cui presenza rappresenta un ulteriore elemento di continuità, estensione del percorso coperto degli edifici preesistenti. Tra i progetti risalenti alla prima fase di attività di Arassociati, l’edificio riassume quegli aspetti di quiete, decoro e adeguatezza che per lo studio incarnano l’idea stessa di semplicità, in una linea rispettosa del repertorio lessicale proprio della tradizione moderna che sfugge alla logica della contrapposizione e della stilizzazione, optando per una continuità, di forme e materiali, con la memoria del luogo.
Anche negli interni, l’elemento centrale rappresentato dalla corte coperta si pone in un “rapporto positivo tra spazi pubblici e privati che recuperano la tradizione milanese, e più generalmente italiana, delle corti private aperte alla vita pubblica cittadina del Rinascimento”. Questo spazio, concepito come perno di un’attività sociale, culturale e congressuale aperta anche alla città, e visto come un prolungamento dello spazio pubblico, quasi un passaggio pedonale, volto a offrire e a pensare contenuti differenti rispetto alla caratterizzazione univocamente commerciale dell’area di corso Vittorio Emanuele.
A completamento dell’intervento si pone la recente realizzazione di piazzetta Pattari. Il progetto riqualifica un edificio razionalista mantenendone l’uniformità dei materiali e inserendo un nuovo e leggero volume al quinto piano ― arretrato e realizzato con vetrate continue al fine di valorizzare le vedute sul Duomo ― con un nuovo accesso al sesto piano, tramite una scala autonoma architettonicamente caratterizzata.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2000-2009
LUOGO: Piazza Fontana – Milano
TIPOLOGIA: Nuova costruzione, ampliamento e interior design albergo
CLIENTE: Starhotels S.p.A.
INTERIOR DESIGN CON: Nicola Gallizia
COLLABORATORI: Giovannino Casu, Chiara Mangiarotti

MAMbo

MILANO, ITALIA
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna è frutto della trasformazione degli spazi dell’ex Forno del Pane, realizzata nell’ambito del piano di recupero dell’ex Manifattura Tabacchi e dell’ex Macello, divenendo parte emergente di una serie di istituzioni dedicate alla ricerca e all’innovazione artistica unitamente al Dams (Discipline delle Arti della Musica e dello Spettacolo).
La riorganizzazione funzionale degli interni, circa 9000 mq, è stata perseguita attraverso la demolizione delle superfetazioni realizzate nel tempo e la valorizzazione degli spazi tramite il percorso espositivo; in particolare il grande salone centrale al piano terreno è stato dedicato alle mostre temporanee.
Ai muri di nuova costruzione, inseriti come corpi lapidei indipendenti e liberi all’interno del fabbricato, è affidato un duplice ruolo architettonico e semantico: sono pensati come architetture autonome che da un lato evidenziano nuovi rapporti tipologici e dall’altro fanno leggere la ricostruzione analogica di parti della vecchia fabbrica rappresentata anche dal recupero delle antiche facciate che si ritrovano all’interno del foyer e della galleria superiore.
Un volume scultoreo dalla forma irregolare in marmo di Orosei su cui si sviluppa la nuova scala per il pubblico porta al primo piano in cui sono organizzati, con un percorso autonomo, gli spazi delle esposizioni permanenti. I due piani espositivi sono caratterizzati dalla presenza del grande salone centrale a tripla altezza corrispondente all’antica sala dei forni, in cui svettano liberi i volumi delle due ciminiere, quasi elementi astratti che fanno da contrappunto alla razionalità strutturale rappresentata dalle centine in acciaio a sostegno della copertura e utili agli allestimenti.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2000-2007
LUOGO: Bologna
TIPOLOGIA: Museo d’arte Moderna – riuso ex Forno del Pane e interior design spazi museali
CLIENTE: Comune di Bologna e Finanziaria Bologna Metropolitana S.p.A.
COLLABORATORI: Sara Biffi, Mattia Guido Ghezzi, Elisa Franchi, Chiara Mangiarotti

AZERBAIJAN PAVILION EXPO 2015

MILANO, ITALIA
La realizzazione del padiglione per l‘Expo milanese del 2015 ha costituito un significativo momento di riflessione sui temi della sostenibilità e del riutilizzo delle strutture temporanee. Pensato come smontabile in ogni sua parte, grazie a tecniche di assemblaggio quasi totalmente a secco, questa costruzione fa infatti della flessibilità il centro stesso del progetto, sia sotto l’aspetto formale, sia per la distribuzione spaziale che consente, una volta ricollocata la struttura portante, un adeguamento funzionale. Il progetto si sviluppa su tre livelli, i primi due dedicati all’esposizione dei temi cardine inerenti alla cultura e all’ambiente dell’Azerbaigian, il terzo destinato a ospitare un ristorante.
Il concetto di flessibilità si coniuga con la varietà formale del progetto, che ha ispirato innanzitutto le tre grandi biosfere in vetro incastonate nei tre livelli dell’edificio, a simboleggiare la grande ricchezza dell’Azerbaigian in termini culturali e di biodiversità. La prima biosfera e infatti dedicata alla varietà paesaggistica del paese, la seconda a quella vegetale e animale e la terza al suo patrimonio culturale e all’innovazione promossa a favore delle nuove generazioni.
Il padiglione e realizzato con materiali appartenenti alla tradizione azera, come il legno e il vetro, lavorati con tecniche innovative e abbinati a vetro e metallo. Tutto il progetto e improntato a concetti di ecosostenibilità, impiegando tecnologie costruttive e materiali a basso consumo energetico e completamente riciclabili. Altro elemento caratterizzante il progetto e la pelle, costituita dalle pareti ondulate in lamelle di legno, che avvolge tutti i lati ad eccezione del fronte nord.
Oltre a rappresentare metaforicamente il vento che caratterizza il paese ― così come le culture che hanno da sempre attraversato questa terra, vero e proprio crocevia di popoli ―, l’involucro, disposto con schemi differenti per ogni facciata, contribuisce agli scambi energetici tra interno ed esterno, garantendo cosi un controllo passivo del microclima e concorrendo all’effetto di trasparenza e luminosità che permea l’intero edificio.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2014-2015
LUOGO: Milano
TIPOLOGIA: Padiglione espositivo
CLIENTE: Ministero della Cultura dell’Azerbaigian
CON: Simmetrico Network
PROGETTO PAESAGGISTICO: Studio AG&P Milano
CREATIVE DIRECTOR: Daniele Zambelli
COLLABORATORI: Giulia Zambon, Maurizio Fagiuoli

PORTA NUOVA CENTRO

MILANO, ITALIA
Porta Nuova Centro si pone all’interno di uno degli interventi di riqualificazione più rilevanti in Europa, che apre la citta a uno spirito internazionale, creando un nuovo fulcro attrattivo che contribuisce fortemente alla trasformazione policentrica della città. L’intervento opera una raffinata mediazione tra il nuovo skyline della Milano verticale e il vecchio tessuto residenziale, prevedendo un corpo alto, di dieci piani, posto all’incrocio tra le vie Marco Polo e Vespucci, che si raccorda in altezza con gli edifici attigui attraverso volumi più bassi.
Il progetto scaturisce dal disegno della soluzione d’angolo del fronte ― una quinta visiva giungendo da piazza Alvar Aalto ― caratterizzato dal movimento circolare dell’attacco a terra e delle ampie logge, da cui sembra generarsi la più serrata ritmica compositiva dei fronti di via Marco Polo e via Vespucci. A sua volta, la circolarità del basamento si stempera in altezza, attraverso profili sempre più squadrati che si contrappongono alle logge, giungendo nell’insieme a un risolto equilibrio. Il raccordo con i corpi più bassi e raggiunto attraverso un accurato disegno dei lati corti digradanti ― in cui sono ricavati ampi loggiati ― che introducono un elemento
di dinamismo e abbracciano il giardino interno. Un importante elemento di continuità è rappresentato dai marcapiani chiari che connotano sia i fronti su strada che quelli interni, una sottolineatura in senso orizzontale ulteriormente rafforzata dall’incisiva presenza del verde nelle terrazze e a coronamento dei corpi bassi, veri e propri giardini pensili in cui trovano spazio aree lounge e una piscina aperta. Alla solidità dei marcapiani corrisponde la leggerezza dei parapetti trasparenti e delle ampie vetrate, in un gioco di scomposizione delle masse tra questi vuoti e i pieni dei materiali lapidei.
Sulla trasparenza e sulla permeabilità visiva gioca in particolare l’attacco a terra, in cui trovano spazio la grande hall di rappresentanza e i servizi comuni con area fitness e piscina coperta su via Marco Polo. Un calibrato intervento che trova il proprio equilibrio nell’identita di edificio residenziale milanese in stretto dialogo con le presenze internazionali del nuovo distretto Porta Nuova.
DISEGNI TECNICI
CREDITI
ANNO: 2016‐2021
LUOGO: Milano
TIPOLOGIA: Complesso Residenziale
CLIENTE: Marco Polo Sviluppo S.r.l.
PROGETTO PAESAGGISTICO: Studio AG&P Milano
COLLABORATORI: Francesca Romanò, Andrea Piatti
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